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Il percorso comune di Emmaus e Saint-Gobain, tra lavoro e comunità

Il percorso comune di Emmaus e Saint-Gobain, tra lavoro e comunità

Nell’ottica di applicare le opportunità offerte dall’articolo 14 della legge Biagi sull’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, l’azienda e l’impresa sociale di Novara hanno trovato il modo di dare un esempio virtuoso di collaborazione e valorizzazione delle persone e del territorio

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Tags: Federsolidarietà,   Emmaus,   Novara,   Saint-Gobain

Collaborare mettendo in prima posizione il bene della società. Il valore aggiunto derivante dall’intesa tra non profit e profit, anche in questo complesso periodo di crisi sanitaria ed economica, una propria realizzazione virtuosa in Piemonte, attraverso l’applicazione dell’articolo 14 della cosiddetta “legge Biagi” e la collaborazione tra la cooperativa sociale Emmaus e l’azienda Saint-Gobain.

Quello appena citato è un articolo che consente alle imprese, in alternativa a quanto previsto dalla legge n° 68/99 rispetto al collocamento mirato obbligatorio per le aziende, l’assunzione di un lavoratore con disabilità presso una cooperativa sociale di inserimento lavorativo, più conosciuta come cooperativa di  tipo B. Nei confronti della cooperativa, l’impresa si impegna quindi ad affidare una commessa di lavoro. Siamo di fronte dunque a una legge pensata per permettere alle aziende di adempiere ai propri obblighi occupazionali, alle cooperative di avviare una collaborazione sia etica che professionale e ai lavoratori più fragili di esercitare e sviluppare la propria professionalità.

Un esempio virtuoso di collaborazione, in tal senso, vede protagoniste proprio Emmaus di Novara, aderente a Confcooperative Piemonte, ed il Gruppo Saint-Gobain, leader mondiale nei mercati della costruzione. Si tratta di uno dei primi casi sul territorio piemontese, che coniuga due eccellenze ed enfatizza l’enorme potenziale della collaborazione: cooperazione e mondo del privato possono completarsi vicendevolmente, valorizzando ogni lavoratore.

Andrea Masante, della cooperativa Emmaus, ha commentato: “Il primo approccio con l’azienda è avvenuto ad aprile 2019, quindi è stata una strada lunga ma che abbiamo percorso volentieri. Vogliamo ringraziare l’azienda Saint-Gobain Performance Plastics h-old Spa e i suoi responsabili, che si sono dimostrati da subito disponibili e lungimiranti in questa collaborazione. Emmaus è una realtà che fonda le proprie radici sul territorio e che, per vocazione e storia, sa bene come rispondere ai bisogni di un lavoratore svantaggiato, valorizzandolo a pieno e dando modo di esprimere tutto il proprio potenziale. C’è stato un grande sforzo da parte dell’azienda per questa assunzione e siamo orgogliosi che le nostre due realtà abbiano trovato un percorso comune.”

“Oltre ad essere un ottimo strumento per inserire persone con disabilità nel mercato del lavoro, è una leva che permette l’incontro tra il profit e il non profit, abbattendo molte barriere esistenti”, ricorda Masante, che apre al futuro sottolineando come questo possa essere “un ottimo inizio per costruire un percorso che non si limiti solo all’articolo 14.”

Soddisfazione e orgoglio che trapelano anche dalle parole di commento di Alessandro Milani, Direttore Generale Saint-Gobain Performance Plastics h-old Spa: “Da sempre il Gruppo Saint-Gobain è attento alla Responsabilità Sociale e lavora attivamente per garantire, tra le altre cose, inclusione delle diversità e supporto alla comunità locale in cui opera. Va in questa direzione la nostra scelta di consentire l’assunzione di un lavoratore con disabilità presso una cooperativa sociale. La cooperativa Emmaus è una vera istituzione sul territorio di Novara e ci siamo trovati da subito in sintonia in termini valoriali, inoltre la loro serietà e professionalità ci ha permesso di mantenere elevati i nostri standard di qualità del prodotto. Ad Emmaus e ai suoi responsabili va il nostro grazie per averci accompagnato in questo percorso, non sempre semplice dal punto di vista burocratico.” L’azienda ha poi concluso: “Abbiamo collaborato per generare una situazione che possiamo definire di ‘win-win-win’, per la cooperativa sociale e per il suo lavoratore, per l’azienda e di conseguenza per l’intera comunità locale. Questo ci rende particolarmente orgogliosi.”

Enrico Pesce, Presidente di Confcooperative Federsolidarietà Piemonte, si è complimentato per la collaborazione, sottolineando però quali sono state le difficoltà per le due realtà: “Questo è un esempio del valore aggiunto che può svilupparsi sul territorio quando profit e non profit si incontrano. Ma se da aprile 2019 l’assunzione è stata possibile solo nel mese di novembre 2020 significa che siamo ancora di fronte a criticità che la PA deve superare, con celerità, nei diversi livelli. Nonostante l’impegno di entrambe le parti, la burocrazia ha reso estremamente difficile la costruzione e l’implementazione di un percorso. È importante incentivare l’azienda e la cooperativa sociale che si rendono disponibili, mentre in certi casi, i paletti posti sono talmente ristrettivi, complessi e limitanti che rischiano di compromettere ogni altra possibile applicazione dell’articolo 14.”

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