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Il credito cooperativo piemontese chiede norme più snelle

Il credito cooperativo piemontese chiede norme più snelle
Federazione piemontese delle Banche di Credito Cooperativo audita dalla prima Commissione per chiedere una normativa europea adeguata alle proprie dimensioni

Categorie: Primo PianoDalle Federazioni

Tags: Regione Piemonte,   BCC,   Piemonte

Una normativa europea adeguata alle proprie dimensioni, in modo da poter continuare a svolgere la funzione di banca vicina alle comunità locali. Questo è quanto emerso dall’audit del 20 giugno al Consiglio regionale del Piemonte, dove la federazione piemontese delle banche di credito cooperativo ha portato la propria voce alla prima Commissione.

Presenti i vertici della federazione, guidati dal presidente Sergio Marro. L’audizione è stata occasione per presentare meglio una realtà fortemente radicata nel territorio. Le banche di credito cooperativo che hanno la sede legale in Piemonte sono 8, con 191 sportelli presenti in 119 Comuni (in 25 rappresentano l’unica presenza bancaria). Gli impieghi lordi, 7,2 miliardi di euro, sono aumentati dell’1,6% annuo contro un pesante calo, del 3.8%, registrato dall’industria bancaria. Grande spazio negli impieghi è stato dato alle famiglie e alle microimprese.

“Rappresentiamo una realtà presente sul territorio, dove siamo conosciuti e conosciamo i nostri clienti”, hanno spiegato i rappresentanti della Federazione piemontese, “siamo banche che svolgono un ruolo importante per le loro comunità e vogliono mantenerlo e rafforzarlo”.

Il problema è la normativa europea, che equipara le BCC ai grandi istituti bancari, con conseguenti oneri pesanti da sostenere: “Chiediamo solo proporzionalità e una normativa più snella. Sarebbe importante che la Regione premesse sul Parlamento e sull’Unione europea affinchè a quel livello venga riconosciuta la categoria delle banche di credito cooperativo”.

I commissari intervenuti a nome di quasi tutti i gruppi presenti in Commissione hanno espresso sostegno alle richieste della Federazione Bcc e si sono detti disponibili ad approvare atti di indirizzo che possano aiutare una soluzione positiva a livello europeo.

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