“Provate a fare senza”: questa la provocazione che ha fatto da fil rouge nell’incontro promosso da Confcooperative Piemonte in collaborazione con il giornale VITA che si è tenuto giovedì 12 giugno presso la Casa di Carità a Torino.
Un incontro tra enti del terzo settore e istituzioni locali dal titolo “Dialoghi sul welfare”, per portare all’attenzione della comunità le difficoltà che oggi il comparto piemontese del welfare sta attraversando.
Confcooperative Piemonte ha sottolineato l’importanza di ripensare l’intero sistema del welfare, per garantire un equilibrio sostenibile sul lungo periodo a un comparto che da sempre svolge un ruolo essenziale per tutta la comunità. Un’urgenza messa in luce anche dai recenti confronti con le istituzioni regionali in merito all’adeguamento delle tariffe nei contratti contratti pubblici dopo il rinnovo del CCNL per i lavoratori delle cooperative sociali.
“Il terzo settore è spesso invisibile, anche agli occhi della politica” ha affermato in apertura Enrico Pesce, Presidente di Confcooperative Federsolidarietà Piemonte. “L’assenza delle istituzioni rispetto alle urgenze di questo comparto è molto forte. Per questo oggi chiediamo un impegno deciso alle Amministrazioni: occorre progettare un cammino comune per prendersi cura dei problemi che aumentano mentre le risorse diminuiscono. Disabilità, fragilità giovanili, denatalità, assistenza alle persone anziane: sono questi alcuni degli ambiti di cui si prende cura il welfare, che è il vero tema intorno a cui dobbiamo confrontarci”.
Il claim della campagna di comunicazione pubblica realizzata con il supporto di VITA mira proprio a rendere visibile e comprensibile il valore insostituibile del lavoro svolto quotidianamente dalle cooperative sociali e sanitarie a favore della collettività: “provate a fare senza” gli asili nido, i servizi di supporto alle persone con disabilità, i presidi sanitari locali, l’assistenza alla genitorialità. Questi sono solo alcuni dei servizi al centro di un confronto politico che si fa sempre più urgente e vivace.
Riflettendo sulla complessità di questo contesto, Irene Bongiovanni, Presidente di Confcooperative Piemonte Nord, ha dichiarato: “non sottraiamoci mai dall’essere portatori di pensieri creativi e innovazione sociale. Dobbiamo definire le strategie in uno sforzo di pluralismo costruttivo, avendo di fronte a noi una prospettiva futura e modelli chiari con cui costruire un nuovo welfare. Dobbiamo pretendere una dignità per il welfare, per accompagnare trasformazioni strategiche dei territori e delle persone che li abitano. Siamo in una stagione di riforma e dobbiamo attraversarla. Sono 30.000 i nostri lavoratori coinvolti: dobbiamo favorire la qualità della loro vita e del loro lavoro, per il bene di tutti noi”.
Mario Sacco, Presidente di Confcooperative Piemonte Sud, ha affermato: “Oggi stiamo affrontando tematiche cruciali, rispetto alle quali si gioca la sostenibilità delle nostre imprese e la qualità della vita dei nostri soci lavoratori. Guardando al futuro, occorre una più forte collaborazione tra pubblico e privato, andando verso una co-progettazione in cui la cooperazione possa dialogare con le istituzioni come interlocutore di primo piano. Non dobbiamo dimenticarci che operiamo con una funzione sociale specifica, ed è proprio questo che deve essere comunicato in modo chiaro a tutta la comunità e alle Amministrazioni del territorio”.
Una riflessione ricca e plurale, che ha restituito un’immagine plastica e completa di un settore troppo spesso ancora invisibile. Un comparto che conta 3.000 enti e 30.000 lavoratori delle cooperative: numeri significativi, che suggeriscono che cosa significherebbe rinunciarvi. Un confronto che ha offerto alle 300 persone presenti la convinzione che non si debba in alcun modo “provare a fare senza”.