Si è tenuto ieri a Roma, presso il Masaf, il convegno "Competitività e futuro del vino italiano", promosso da Confcooperative Fedagripesca, per riflettere sulle future sfide globali e nazionali del settore vitivinicolo nazionale.
In Italia, Confcooperative Fedagripesca rappresenta 264 cantine e consorzi che costituiscono il 40% della produzione nazionale, con un valore aggregato che supera i 5 miliardi di euro. Una dimensione cruciale per affrontare il contesto economico e normativo, già di per sé complesso, del settore. In un panorama globale caratterizzato da una produzione in lenta ripresa - stimata a 232 milioni di ettolitri nel 2025, secondo l'Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino - e da consumi che stentano a decollare, è indispensabile una risposta decisa da parte dell'Italia.
Un focus centrale è stato dedicato alla discussione sulla futura Politica Agricola Comune post-2027, che rischia di alimentare una sempre crescente "marginalizzazione" del settore vitivinicolo, trasferendo le decisioni cruciali ai singoli Stati.
Come sottolineato dal Presidente Nazionale di Confcooperative Fedagripesca, Raffaele Drei la risposta alle nuove normative deve nascere da una responsabilità condivisa delle istituzioni e della filiera, attraverso un’azione che preveda politiche di lungo periodo, riconoscendo il ruolo strategico dell'agricoltura e nell'economia europea: "Il vino italiano non può rassegnarsi a una 'decrescita felice' né essere marginalizzato nella riforma della PAC. L’Italia vanta una leadership su tutti i segmenti commerciali: dai vitigni eroici ai prodotti base spumante o daily, passando per le grandi Doc o gli spumanti del nord est ed è l’unico Paese a vantare tanta biodiversità. Serve una nuova politica di filiera, sostenuta da risorse adeguate, strumenti promozionali efficaci e un quadro normativo che riconosca al vino il suo ruolo strategico nell’agricoltura e nell’economia europea".
Il convegno ha posto l'accento sulla difesa del vino non solo come prodotto, ma come elemento fondamentale della nostra identità culturale: il vino è riconosciuto come parte integrante della Dieta Mediterranea e della cultura italiana e promuoverne un consumo moderato e responsabile significa valorizzarlo all'interno di un contesto di benessere alimentare e tradizione, distinguendolo da altre bevande alcoliche.
Continua Drei: "Il vino è parte integrante della nostra cultura e del modello alimentare mediterraneo, simbolo di equilibrio e convivialità. È parte della nostra cucina italiana, di cui auspichiamo presto il riconoscimento come Patrimonio dell’Unesco. Dobbiamo contrastare, con il rigore della scienza, messaggi allarmistici che minano l’immagine del settore e disinformano i consumatori, impattando negativamente anche sul consumo del vino. L’abuso è certamente dannoso, ma il consumo moderato e consapevole è parte della nostra identità e del nostro benessere alimentare".
"Per una terra come il Piemonte, il settore vitivinicolo non rappresenta solo un valore economico, ma l'essenza stessa del paesaggio, della storia e dell'identità culturale. Le nostre colline testimoniano un legame indissolubile tra uomo, terra e vite. Questo valore inestimabile deve essere tutelato e valorizzato. In questo contesto, la cooperazione gioca un ruolo fondamentale: è l'unico strumento in grado di garantire scala, innovazione e resilienza, proteggendo sia i piccoli produttori che i consumatori finali". - Roberto Morello, Presidente di Confcooperative Fedagripesca Piemonte