Venerdì 21 novembre, nell’aula magna dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, si è tenuto un incontro pubblico dedicato all’aumento dei disturbi del comportamento alimentare tra adolescenti e giovani. Evento promosso dalla cooperativa Coesioni Sociali, aderente a Confcooperative Sanità Piemonte, insieme all’Università di Scienze Gastronomiche, in risposta a un quadro sanitario che desta crescente preoccupazione.
Secondo i dati riportati da La Stampa (cronaca di Cuneo, 20 novembre 2025), in Italia oltre 3 milioni di persone soffrono di disturbi del comportamento alimentare, con un incremento del 12% dei nuovi casi ogni anno. In Piemonte, una persona su dieci è affetta da disturbo da alimentazione incontrollata, mentre l’età media dell’esordio si è abbassata a 10-11 anni. L’anoressia resta una delle principali cause di mortalità tra le malattie psichiatriche, con un tasso superiore al 10%.
È in questo scenario che Coesioni Sociali ha presentato ufficialmente il progetto “Il Biancospino”, una nuova comunità terapeutica destinata ad accogliere fino a dieci minori tra i 14 e i 17 anni con disturbi dell’alimentazione. La struttura, attualmente in costruzione nella borgata San Martino di Pocapaglia, verrà completata entro il 2026 e intende rispondere a una carenza strutturale evidenziata anche nel servizio giornalistico: oggi, infatti, molte persone in cura sono costrette a spostarsi fuori regione per la mancanza di strutture dedicate nell’immediato territorio piemontese.
La giornata a Pollenzo ha offerto uno spazio di ascolto e confronto con professionisti altamente qualificati: medici, psichiatri, neuropsichiatri infantili, nutrizionisti e rappresentanti delle istituzioni sanitarie, riuniti per discutere un fenomeno che, come ricorda La Stampa, è oggi la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali.
Tra gli interventi della giornata, l'Assessore Regionale alla Sanità del Piemonte, Federico Riboldi, ha ribadito che le problematiche legate ai disturbi del comportamento alimentare sono state inserite nel nuovo piano sanitario, nel quale è previsto un settore dedicato ai disturbi e alla relativa presa in carico.
La presenza della cooperativa Coesioni Sociali dentro questo dibattito segna un passaggio importante: la cooperazione non solo interpreta bisogni, ma propone soluzioni. E lo fa costruendo comunità educanti, legami territoriali e infrastrutture sociali capaci di sostenere chi affronta percorsi complessi e spesso dolorosi.
A illustrare il progetto è stato Gian Piero Porcheddu, direttore della cooperativa e responsabile dell’iniziativa. Porcheddu sottolinea la necessità di un intervento sistemico e capillare: «In Piemonte iniziamo a vedere alcune strutture dedicate, ma sono ancora troppo poche e spesso le famiglie devono affrontare percorsi fuori regione. Con Il Biancospino vogliamo contribuire alla creazione di una rete stabile di servizi residenziali per minori, ispirata ai modelli già attivi nella psichiatria infantile. È un passo necessario e non più rinviabile».
Anche Mario Sacco, Presidente di Confcooperative Sanità Piemonte e di Confcooperative Piemonte Sud, ha ribadito il ruolo della cooperazione sociale nel colmare vuoti di welfare e sostenere sistemi territoriali fragili: «Le cooperative nascono per dare risposte a bisogni reali e urgenti delle comunità. Di fronte a un’emergenza silenziosa come i disturbi alimentari, è fondamentale che il mondo cooperativo sia presente con professionalità, visione e capacità di innovazione sociale. Progetti come Il Biancospino mostrano quanto la cooperazione possa incidere concretamente nella tutela dei minori e nel sostegno alle famiglie. Lavorare accanto ai servizi sanitari e alle istituzioni è essenziale per costruire risposte integrate e durature, soprattutto su temi tanto delicati».