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Cabu Cabu: le sfide e gli ostacoli dell’integrazione nel cortometraggio di Esserci Story Lab

Cabu Cabu: le sfide e gli ostacoli dell’integrazione nel cortometraggio di Esserci Story Lab

Aperti i casting per la selezione dei ruoli principali 

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Tags: Federsolidarietà Piemonte,   Esserci scs

"Mamadou è un giovane senegalese allegro e brillante che vive a Torino dove esercita l’attività di cabu cabu, una sorta di taxista abusivo utilizzato dalla comunità africana. Talvolta Mamadou è costretto ad accettare dei lavoretti extra per dei soggetti poco raccomandabili. Un giorno, mentre deve consegnare una borsa sospetta dall’altra parte della città, è distratto dalla vista di Aaida, una bellissima ragazza di origini africane. L’incontro degli sguardi dei due giovani darà il via ad una serie di incontri e scontri con altre persone che saliranno sul taxi giallo-oro di Mamadou facendogli ritardare la consegna della borsa. Quando la giornata terminerà, Mamadou rimarrà senza il suo adorato taxi e tornerà a casa a piedi con Ernesto, un nuovo amico e forse con un futuro appuntamento con Aaida.”: questa la trama di Cabu Cabu, cortometraggio di fiction promosso da Esserci Story Lab, settore cinematografico sperimentale della Cooperativa Sociale Esserci di Torino, in collaborazione con la società cooperativa Filmika. Esserci scs è una cooperativa sociale di tipo A con sede a Torino aderente a Confcooperative Federsolidarietà Piemonte: nasce nel 1986 per sostenere la cultura della solidarietà, dell’integrazione e della partecipazione sociale, costruire strategie di prevenzione e di recupero del disagio, aumentare la qualità della vita delle persone in difficoltà.

Esserci Story Lab si occupa dal 2017 di produzione cinematografica, e nasce per raccontare le storie che la Cooperativa Esserci osserva quotidianamente nel suo lavoro in ambito sociale, proponendo un punto di vista raramente rappresentato nelle opere cinematografiche. Due gli obiettivi: da un lato, quello di stimolare una riflessione, di ispirare il confronto, di indurre l’approfondimento, attraverso uno stile narrativo semplice, leggero e coinvolgente; dall’altro, proporre delle opportunità di sperimentazione, acquisizione di competenze ed esperienze nel campo della produzione cinematografica con l'obiettivo di favorire l’accesso al lavoro a soggetti svantaggiati. Cabu Cabu affronta, sotto forma di  commedia, una delle sfide più classiche del percorso interculturale, la resistenza a conoscere e incontrare la diversità, motivata dalla diffidenza, dalla paura, dall’apparente mancanza di punti in comune. Superate però le prime barriere diventa naturale dimenticarsi di razze e geografie e incontrare l’individuo nella sua interezza, complessità e soggettività. E il cortometraggio parla proprio di questo, dell’intervento di elementi fortuiti che costringono i protagonisti ad interagire tra di loro, nonostante le distanze culturali e anagrafiche. Nonostante le disavventure, il ritorno a casa sarà umanamente gratificante per tutti.

“Ci troviamo al momento nella fase più consueta del progetto, senza particolari differenze rispetto ad altri produzioni cinematografiche: la particolarità rispetto ad altre produzioni è che tutti i nostri personaggi hanno a che fare con il tema dello straniero e dell’interculturalità. La sfida ora è ricercare attori di origini straniere che abbiano però anche esperienza a livello recitativo” aggiunge Fabrizio Daffara, tra i coordinatori del progetto all’interno di Esserci, “Il valore sociale di questo progetto? Il fatto che una cooperativa sociale decida di aprire un settore di produzione cinematografica, per raccontare storie con uno sguardo dal nostro mondo: molti all’interno della cooperativa sono appassionati di cinema, e notiamo che il tema dell’interculturalità è spesso trattato in modo superficiale o macchiettistico, oppure ancora magniloquente o retorico. Manca equilibrio, e questo è frutto di una società ancora culturalmente arretrata sul tema dellintegrazione. Laltro elemento di valore consiste nel voler inserire soggetti svantaggiati nel processo produttivo e persone con fragilità: abbiamo coinvolto unorchestra di disabili, la Bandalarga, e alcuni prodotti di scena sono stati realizzati dal laboratorio Dui Toc che impiega persone disabili.” Una battuta infine sui prossimi step di produzione: “Le riprese avranno luogo intorno a metà giugno, a Torino: contando le fasi di postproduzione, speriamo di avere il prodotto pronto per inizio settembre, dove proporremo una prima proiezione ai sostenitori della nostra campagna di crowdfunding.


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