LEnostreSTORIE

Che strano, qui… nevica solo di lunedì

Che strano, qui… nevica solo di lunedì

Il SER L’Orobilogio di Stranaidea Onlus nel libro di Maria Teresa Paleari

Categorie: Primo PianoLe NotizieLe Nostre Storie

Tags: Stranaidea,   Federsolidarietà Piemonte

E’ stato presentato lunedì 21 maggio, negli spazi del Circolo dei Lettori di via Bogino 9 a Torino, il libro “Che Strano, qui… nevica solo di lunedì”, scritto da Maria Teresa Paleari, che dal 2015 collabora come socia volontaria all’interno di Stranaidea Impresa Sociale Onlus, cooperativa sociale aderente a Confcooperative Federsolidarietà Piemonte. La serata è stata occasione per discutere e ragionare sul concetto del fare, alla scoperta delle difficoltà personali e oggettive, tra limiti, paure, cavilli burocratici, preconcetti e fatica, dai punti di vista della persona disabile che sperimenta mansioni lavorative in un contesto non assistenziale, dell’educatore che propone contesti lavorativi reali dove far emergere la persona disabile come agente attivo e produttivo, e dell’imprenditore che accoglie, scopre e valorizza il mondo della disabilità. Il libro nasce infatti all’interno del contesto del Servizio Educativo Riabilitativo ’L’Orobilogio” e di un laboratorio di cucina lungo un anno, cui la scrittrice ha partecipato ogni settimana, raccogliendo aneddoti, racconti e punti di vista dei partecipanti. Il SER “L’Orobilogio” (accreditato dal 2003 nell’Albo Fornitori del Comune di Torino e delle A.S.L.) è rivolto a persone giovani e adulte in condizione di disabilità intellettiva. L'obiettivo principale è quello di effettuare una prima osservazione delle abilità e delle autonomie possedute dall'individuo finalizzate alla ricerca di una risorsa futura più idonea. Gli strumenti del SER sono l’osservazione, il ‘fare concreto’ e la relazione educativa, tramite l’inserimento in laboratori e attività di vario genere. Il Servizio si propone di instaurare una costante collaborazione con le famiglie e un collegamento costante col territorio, indispensabile per giungere ad una reale integrazione, che si concretizza attraverso le uscite mirate al potenziamento delle abilità acquisite (ad esempio mercato rionale, panetteria), la collaborazione con negozi e botteghe per la vendita dei manufatti e la partecipazione agli scambi Internazionali. 

"Il progetto del libro nasce in seguito ad aver accolto Maria Teresa Paleari all’interno di Stranaidea come socia volontaria. Come racconta nel libro, ci ha conosciuti grazie al progetto “Utili Esperienze” e ci ha chiesto di voler diventare volontaria: voleva fare un’esperienza dove abbinare le sue competenze in cucina con il mondo della disabilità.” aggiunge Maria Pia Schiavone, responsabile del SER, "Al SER, tra le varie attività educative, che hanno uno scopo osservativo, abbiamo anche un laboratorio di cucina, che ha l'obiettivo di capire i tempi di attenzione della persona, sviluppare la motricità fine, abilità spendibili non solo durante il laboratorio ma anche a casa. Maria Teresa ha iniziato con noi questa avventura: inventa ciò che le portiamo dal mercato, e realizza semplicissimi elaborati insieme ai partecipanti del laboratorio, che si consumano poi durante il pranzo. Durante il laboratorio sono tanti i commenti e gli aneddoti, i linguaggi e le avventure divertenti, che Maria Teresa ha pensato potesse essere bello raccogliere all’interno di un racconto. Per un anno ha puntualmente registrato le ricette, i commenti, gli aneddoti più interessanti, scattando le foto ai piatti, determinando così la storia di questo libro: l'avventura di un anno di un laboratorio di cucina vista con gli occhi di una volontaria che per la prima volta si avvicinava al mondo della disabilità."  

Come muoversi dopo la pubblicazione del libro? "Quando il libro è stato pubblicato, avevamo l’ambizione di presentarlo al Circolo dei Lettori.” continua Maria Pia, "Il motto di Maria Teresa è 'non puntiamo mai in basso’: con questo spirito ci siamo proposti al circolo, che ci ha accolto, non soltanto con la presentazione del libro. Il concetto che volevamo far passare, infatti, è quello del ribaltamento del pre-concetto che le persone comuni hanno ancora rispetto alla persona disabile, ma l'idea del disabile attivo e capace di contribuire al benessere di tutti, interagendo con le organizzazioni, con il mondo profit. Sono state utili in questo senso le testimonianze di tre imprenditori che ci accolgono regolarmente, dove i ragazzi svolgono azioni utili nell’ambito del progetto “Ci sono anch’io: utili esperienze”. In pratica eseguiamo mansioni molto semplici, funzionali però alle persone che coinvolgiamo. Lucidiamo e imbustiamo posate, prepariamo tovagliette, predisponendo ciò che serve per il pranzo del giorno dopo, siamo di supporto nel tagliare le mele in attività di pasticceria, per citare alcuni esempi. Questo è utile per allenare la concentrazione e la motricità fine. Una forma di allenamento fondamentale per evitare il deterioramento mentale.

Il tuo nome
Il tuo indirizzo e-mail
Oggetto
Inserisci il tuo messaggio ...
x