In una fase di forte tensione del mercato, è stato convocato un Tavolo di confronto sul latte dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste che si è articolato in due appuntamenti, il 2 e il 9 dicembre. Confcooperative Fedagripesca ha partecipato in rappresentanza dell’intero sistema cooperativo lattiero-caseario, portando una proposta strutturata finalizzata a mantenere l’equilibrio del prezzo del latte alla stalla, scongiurare il rischio di mancata raccolta delle eccedenze e difendere la competitività dell’intera filiera.
Nel primo incontro Confcooperative Fedagripesca ha presentato una proposta articolata in cinque punti, che affianca quattro misure emergenziali a una richiesta di intervento strutturale per il comparto lattiero-caseario nella prossima programmazione comunitaria. La proposta punta su un prezzo del latte differenziato, sul contenimento degli eccessi produttivi, sul rafforzamento dei canali di assorbimento del prodotto - anche attraverso nuovi utilizzi - e su interventi di mercato a livello europeo, ribadendo al contempo la necessità di un’OCM Latte per garantire una programmazione più efficace e uno sviluppo stabile del settore.
Il Tavolo svoltosi il 9 dicembre alla presenza del Ministro Francesco Lollobrigida e delle rappresentanze agricole, industriali e cooperative, ha portato a un’intesa considerata indispensabile per evitare una crisi nel breve periodo. L’industria si è impegnata a ritirare le disdette che avevano generato forte preoccupazione tra gli operatori, consentendo di preservare gli equilibri raggiunti dal comparto negli ultimi anni. È stato inoltre definito un meccanismo chiaro di gestione delle eccedenze, coerente con le proposte avanzate da Confcooperative Fedagripesca.
L’accordo prevede, per il primo trimestre 2026, una quota predefinita di latte indicizzata pari ai quantitativi prodotti nel primo trimestre 2025, con soglie minime che non consentono al prezzo del latte alla stalla di scendere sotto i 53 centesimi al litro. In particolare, per il latte conferito entro i volumi stabiliti, i prezzi concordati sono pari a 54 centesimi al litro per gennaio, 53 centesimi per febbraio e 52 centesimi per marzo. I quantitativi eccedenti rispetto alla quota di riferimento saranno invece remunerati con un prezzo differenziato e sensibilmente inferiore, determinato sulla base dei parametri della Camera di Commercio di Milano, fornendo così un sistema trasparente e condiviso di gestione delle eccedenze produttive.
Accanto all’intesa sui prezzi, al Governo è stato chiesto un impegno su più fronti: un ulteriore stanziamento per favorire l’assorbimento dei prodotti lattiero-caseari attraverso i bandi per gli indigenti, il rafforzamento del programma “Latte nelle scuole” per promuovere i consumi a livello nazionale, l’avvio di una campagna istituzionale di sensibilizzazione, l’intensificazione degli investimenti sui mercati esteri con il supporto di ICE Agenzia e della rete diplomatica e consolare, e l’attivazione a livello comunitario di misure di mercato come l’ammasso di polveri e burro. Il Ministero ha condiviso l’impianto delle richieste e ha assicurato il massimo sostegno alla filiera, impegnandosi a lavorare sui diversi punti nelle prossime settimane. È stato inoltre concordato un nuovo incontro a febbraio 2026 per valutare gli effetti dell’accordo ed eventuali correttivi in base all’evoluzione del mercato.
In Italia il settore lattiero-caseario cooperativo conta oltre 400 cooperative, che aggregano circa 14.000 stalle associate, generano un fatturato complessivo di circa 8 miliardi di euro e danno lavoro a più di 10.000 persone. Numeri che restituiscono la dimensione strategica del comparto e la delicatezza delle scelte assunte al Tavolo.
Dal punto di vista di Confcooperative Fedagripesca Piemonte, l’intesa rappresenta un passaggio importante ma non risolutivo. «È positivo che si sia raggiunto un accordo e che siano state ritirate le disdette, evitando una crisi immediata del settore», afferma Roberto Morello, Presidente di Confcooperative Fedagripesca Piemonte. «Tuttavia, la situazione resta complessa: le aziende e i produttori potrebbero andare in difficoltà anche dopo queste decisioni. Le fluttuazioni di prezzo non sono mai un bene per la stabilità delle imprese e servono meccanismi che consentano di intervenire con largo anticipo».
Una valutazione condivisa da Domenico Sorasio, direttore di Confcooperative Fedagripesca Piemonte: «L’accordo mette in sicurezza il primo trimestre del 2026, ma non può essere considerato un punto di arrivo. È necessario monitorare con attenzione l’andamento del mercato e valutare per tempo le azioni da intraprendere per evitare nuove crisi. Senza strumenti di programmazione e di prevenzione, il rischio è di trovarsi ciclicamente a gestire emergenze anziché governare lo sviluppo del settore».
Il percorso avviato al Tavolo del latte apre dunque una fase in cui la gestione dell’immediato deve accompagnarsi a una riflessione più ampia sulla stabilità strutturale della filiera lattiero-casearia, tema che per Confcooperative Fedagripesca Piemonte resta una priorità strategica.