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Presidente di Confcooperative Sanità Piemonte: “Dobbiamo garantire la sicurezza”

Presidente di Confcooperative Sanità Piemonte: “Dobbiamo garantire la sicurezza”

Mario Sacco parla dell’emergenza sanitaria e dell’impatto sulle cooperative della federazione, dando una panoramica di tutti i soggetti coinvolti

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Tags: Presidente,   Sanità,   Emergenza,   COVID19

Nell’ultima riunione della Presidenza Nazionale di Confcooperative Sanità abbiamo dato mandato al Presidente Giuseppe Milanese di scrivere una lettera al Ministro Roberto Speranza e, come è stato fatto con Federsolidarietà e con le altre maggiori Associazioni di gestione dei servizi socio-sanitari, al Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. La richiesta è stata quella di effettuare, con la massima urgenza, i tamponi e i test sierologici a tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari, anche privati.

Finalmente le istituzioni, come anche i mass media e l’opinione pubblica, si sono resi conto che la problematica Coronavirus non riguarda solo gli ospedali, dove, bisogna dare atto, si sta facendo un grandissimo lavoro. Nell’emergenza sono coinvolte anche le strutture socio-sanitarie a cominciare dalle R.S.A., dove a fronte di circa 30.000 anziani, molti dei quali in situazione di fragilità, non autosufficienza e cronicità, lavorano quasi altrettanti operatori, in una situazione di grave rischio di contagio, con ammirevole dedizione.

Abbiamo altresì richiesto le necessarie dotazioni di mascherine e di tutti gli altri mezzi di protezione adeguati, per poter lavorare in sicurezza.

Insomma vogliamo che tutto il sistema sanitario, sia pubblico che privato, riceva la stessa attenzione. Anche perché tutta la filiera della salute è interconnessa e, a cominciare dagli operatori, il virus può aggredire in qualsiasi punto di questa filiera ed espandersi agli altri componenti.

Nelle R.S.A., oltre il 70% dei lavoratori sono delle nostre cooperative. Se da un lato la situazione ci rende preoccupati quanto responsabilizzati, dall’altra ci rende orgogliosi di essere al servizio di tante persone, che hanno bisogno di aiuto, e di un sistema sanitario, che pur tra mille difficoltà sta reggendo a una pandemia che passerà alla storia, speriamo al più presto.

In questo momento dobbiamo però anche riflettere sul futuro e pensare alla riorganizzazione della nostra galassia della salute dove, se centrale rimane il sistema ospedaliero per fronteggiare le acuzie, diventa fondamentale potenziare la rete delle strutture socio-sanitarie sul territorio e organizzare una forte assistenza domiciliare per un welfare di prossimità.

Penso alle cooperative di medici, anch’essi in trincea tra la gente; alle cooperative di farmacie, che con le loro centrali di acquisto non fanno mancare i farmaci; alle cooperative di servizi socio sanitari, che operano nelle varie strutture con i loro soci e lavoratori, che in queste settimane si stanno adoperando con passione e abnegazione in modo instancabile e correndo anche notevoli rischi.

In ultimo la nostra mutua nazionale, Cooperazione Salute, che garantisce prestazioni sanitarie a 250.000 lavoratori di oltre 2900 cooperative e che, in questi giorni difficili, ha fatto molte azioni sul fronte del Coronavirus con la realizzazione di pacchetti di prestazioni dedicate e coordinando l’acquisto e la fornitura dei dispositivi di protezione.

Insieme ce la faremo.

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