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La cooperazione nei servizi domiciliari. La gestione della Cooperativa Sociale Solidarietà

La cooperazione nei servizi domiciliari. La gestione della Cooperativa Sociale Solidarietà
La realtà di Torino racconta criticità e soluzioni nella riorganizzazione della domiciliarità e degli interventi di supporto alle RSA in questo momento di crisi

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Tags: Federsolidarietà,   Emergenza Covid19,   Cooperativa Sociale Solidarietà,   servizi domiciliari

Per affrontare l’emergenza attuale causata dal virus COVID-19, la comunità sta attuando quotidianamente cambiamenti nelle proprie diverse dimensioni, scoprendo così numerose problematiche e criticità. I servizi assistenziali alle persone anziane, non autosufficienti o con difficoltà sono offerti ogni giorno da realtà che stanno affrontando questo momento storico in prima linea, obbligati a reinventarsi costantemente.

È il caso della Cooperativa Sociale Solidarietà, nata a Torino nel 1983 dall’esperienza della associazione ACLI COLF, che promuove la cultura della domiciliarità e propone soluzioni concrete e qualificate per l'assistenza, la cura e il sostegno ad anziani e a molti soggetti fragili. Prima fornitrice di servizi domiciliari a Torino, con circa 700 famiglie seguite sul territorio della città, la cooperativa ha dovuto affrontare, in molti casi, la paura della vicinanza e della presenza: a oggi, infatti, circa il 14% delle famiglie seguite ha rinunciato al servizio, soprattutto quello che prevede la sola presenza dell’assistente familiare. Una situazione complessa, dovuta anche alla percezione del rischio del contagio in presenza di operatori meno qualificati. Pur proponendo servizi essenziali a persone non autosufficienti, la cooperativa ha dovuto superare molte difficoltà per garantire al personale i DPI per evitare la diffusione del virus tra utenti e operatori socio sanitari. Il problema maggiore è stato il reperimento di questi dispositivi in assenza di messa a disposizione da parte delle istituzioni. Come altre realtà, la capacità di adattamento e il ricorso all’autoproduzione ha compensato l’attesa dello sblocco degli ordini già fatti a fine febbraio.

Gli operatori dell'assistenza domiciliare della cooperativa hanno cercato in ogni modo di sopperire alle nuove esigenze e di praticare tutte le soluzioni possibili, anche in carenza di indicazioni ufficiali: dal supporto telefonico per i propri utenti alla rimodulazione dei PAI, alla valorizzazione di progetti innovativi di assistenza già presenti sul territorio, come “Vicini al tuo vicino” e “Silver Point”, che hanno permesso di dare risposte concrete a persone e famiglie sconosciute ai servizi di ASL e Comune.

Un impegno che traspare anche dalle parole di Giovanna Cumino, presidente della Cooperativa Sociale Solidarietà: “Ancora una volta facciamo drammaticamente i conti con l’assenza di un modello di servizi flessibile, ove ciascuna componente sociale possa rappresentare una parte insostituibile e in stretto raccordo con le altre. Faremo ogni sforzo per poter dare continuità a questi servizi, anche ponendoli totalmente a nostro carico pure in un momento così faticoso sul piano economico. La domiciliarità in questa fase non può comportare l'abbandono e l'isolamento di ciascuno nella propria casa; al silenzio e all'impotenza dobbiamo poter opporre il valore della rete della comunità, dove gli operatori professionali possano costituire la struttura portante e di collegamento.

Ma si è reso necessario anche fornire supporto di personale alle RSA in maggiore difficoltà. Lo si è fatto mettendo a disposizione la rete del sistema Acli oltre che della cooperativa (OSS professionali, Oss in formazione Enaip, Assistenti Familiari da Acli colf) con una dimostrazione straordinaria di solidarietà e senso del dovere civico.”

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