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Integrazione e lavoro: il riconoscimento dell’Onu alla cooperativa agricola Maramao

Integrazione e lavoro: il riconoscimento dell’Onu alla cooperativa agricola Maramao
Inserimento sociale e coltivazione biologica alla base del progetto che ha ricevuto il riconoscimento dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati

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Tags: Maramao,   Federsolidarietà,   Fedagripesca,   Canelli,   Riconoscimento

“Vendere prodotti buoni, perché biologici. Proporre un’economia buona, perché non sfrutta i terreni, ma recupera i territori. Promuovere un lavoro buono, perché rispetta la persona”. Questi i valori su cui si fonda il lavoro della Cooperativa Agricola Sociale Maramao di Canelli, nata nell’aprile del 2016 da un insieme di soggetti tra cui la Cooperativa Sociale CrescereInsieme di Acqui Terme, alcuni cittadini del territorio e un gruppo di rifugiati utenti dei progetti di accoglienza di CrescereInsieme.

Alla base del progetto vi era la volontà di far nascere e consolidare una cooperativa agricola sociale in grado di coltivare prodotti di qualità ma anche relazioni, approcci e modi di guardare all’altro. Non solo produzione di ortaggi, cereali, uva, nocciole e prodotti trasformati dunque, ma anche integrazione sociale e inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, tra i quali i richiedenti asilo e rifugiati presenti sul territorio.

Oltre alla produzione di prodotti biologici, Maramao si impegna nella formazione di chi lavora per la cooperativa, nell’organizzazione di attività volte a diffondere una cultura dell’inclusione e di laboratori con minori e disabili. Dal 2017, inoltre, la cooperativa ha aperto un punto vendita diretto insieme a CrescereInseme, la “Vetrina delle buone prassi”. Il nome prende vita dalla volontà di rendere questo spazio non solo un negozio in cui poter acquistare a km0 i prodotti biologici di Maramao ma anche un luogo di relazione, in cui i clienti possano andare a fare la spesa e conoscere il migrante che ha coltivato quegli stessi ortaggi. Uno spazio, dunque, per diffondere una cultura della buona accoglienza e per trasmettere l’importanza del lavoro di migranti e richiedenti asilo per il territorio, in particolare quello agricolo.

Da quell’aprile 2016, Maramao ne ha fatta di strada, passando da 11 a 24 ettari di terreno coltivabile, tutti certificati biologici, e ricevendo addirittura un riconoscimento dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. La cooperativa, infatti, è tra le 121 aziende italiane che nel 2019 si sono contraddistinte per aver favorito l’inserimento professionale dei rifugiati e per aver sostenuto il loro processo d’integrazione in Italia e così, d’ora in poi, potrà vantare il logo “Welcome – Working for Refugee Integration”, a dimostrazione del suo prezioso lavoro. Inoltre, l’impegno di questa cooperativa, aderente a Confcooperative Piemonte, non si ferma e tra i progetti futuri vi è l’apertura di una fattoria didattica e, in un secondo momento, di un piccolo agriturismo. 

“Il riconoscimento da parte dell’UNHCR per noi è estremamente importante” sottolinea Claudio Amerio, tra i soci fondatori di Maramao e socio volontario. “Rappresenta una sorta di conferma degli obiettivi che ci siamo dati e del lavoro che stiamo facendo per l’integrazione dei rifugiati e richiedenti asilo. Ricevere questo premio significa che, nonostante le difficoltà di tutti i giorni, quello che facciamo è visto anche da fuori e merita di essere riconosciuto. Inoltre arriva in un momento difficile poiché il 2020 per molte aziende non è stato facile a causa del Covid e questo ci dà ancora più forza, motivazione e coraggio per non mollare e continuare a seguire la strada che abbiamo intrapreso. Significa che, pur con tutte le difficoltà, siamo sulla giusta direzione”.

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