I giovani tra instabilità, incertezza e un futuro da costruire
Nonostante gli stereotipi sui giovani alimentati negli anni, oggi ci troviamo di fronte a un paradosso che causa una profonda frattura generazionale: da un lato, le nuove generazioni rappresentano il futuro di questo paese e devono (e vogliono) rappresentare la colonna portante del lavoro, dall’altro costituiscono una categoria sociale tra le più svantaggiate proprio nel mercato del lavoro. La disoccupazione giovanile galoppante e la crescita continua del numero di Neet (Not in Education, Employment or Training, ovvero coloro che né lavorano e né sono inseriti in un percorso di formazione), alimentata dall’inadeguatezza di competenze con cui i giovani spesso si affacciano sul mondo del lavoro, sono solo alcune delle problematiche che si trovano a dover affrontare. A queste si aggiungono quelle che li accomuna alle altre fasce della popolazione: incertezza del futuro legata alle crisi internazionali e ai cambiamenti climatici, aumento del costo della vita, e sempre più difficile conciliazione tra lavoro e vita privata.
Una richiesta arriva quindi a gran voce dal mondo giovanile: poter vivere delle proprie vocazioni e passioni, che non sempre coincidono con le scelte lavorative più remunerative o ricercate dalla maggioranza. Questo è il caso dell’agricoltura, una riscoperta per le nuove generazioni ma anche un settore che sta rischiando di perdere la visione del futuro a causa di crescenti difficoltà e crisi che ne mettono in pericolo la sussistenza. Proprio in questi settori, dunque, la cooperazione rappresenta uno strumento dirompente, in grado di mettere insieme le forze di individui o piccole realtà per dare vita a risultati difficilmente raggiungibili singolarmente.
Uno strumento di emancipazione e imprenditorialità da valorizzare
“La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata [...]”.
Art. 45 della Costituzione italiana
Oggi più che mai la crisi economica e le dinamiche internazionali mettono in luce le debolezze del sistema economico tradizionale. Ecco che la cooperazione, unico modello di impresa riconosciuto anche dalla Costituzione italiana, si fa largo con le sue peculiarità come alternativa in grado di rispondere ai bisogni emergenti in società complesse e dinamiche.
Negli anni, infatti, le cooperative sono state in grado di adattarsi e rispondere a bisogni insoddisfatti, laddove le istituzioni pubbliche e il mercato privato hanno avuto difficoltà a intervenire. Questo adattamento ha interessato trasversalmente tutti i settori, dimostrando la capacità di questo tipo di imprese di generare esternalità positive per i territori e le comunità locali, aumentandone la qualità della vita.
Sempre meno giovani, tuttavia, sono a conoscenza del potenziale dell’impresa cooperativa come strumento di imprenditorialità, attratti spesso da altri modelli percepiti talvolta come più innovativi e vantaggiosi. Tra le cooperative aderenti a Confcooperative Piemonte, infatti, nel 2023 solo il 5% dei soci aveva un’età compresa tra i 18 e i 30 anni. I dati peggiorano guardando al legale rappresentante, che solo nell’1% dei casi aveva un’età inferiore ai 30 anni e nel 27% un’età compresa tra i 31 e i 50 anni.
È evidente, quindi, che occorre sviluppare una nuova consapevolezza nei giovani in merito allo strumento dell’impresa cooperativa ed è fondamentale imprimere un nuovo slancio alla cooperazione. Ma come?
Rafforzare il ruolo della cooperazione
Se oggi il modello economico tradizionale mostra tutte le sue fragilità nel rispondere alle sfide e agli ostacoli di un mondo in rapida evoluzione, la cooperazione si afferma come un modello innovativo - pur essendo una forma di impresa tutt’altro che nuova - , un ponte verso il futuro che promette non solo innovazione, ma anche inclusione e sostenibilità: valori a cui giovani guardano con sempre maggiore interesse. La sfida è dunque quella di favorire una narrazione della cooperazione innovativa e al passo con i tempi, rendendo evidente anche alle nuove generazioni come questa rappresenti un'opportunità per creare un impatto positivo, valorizzando la collaborazione oltre la competizione. Questo modello d'impresa consente infatti ai giovani di esplorare nuove nicchie di mercato, rispondere in modo flessibile alle esigenze sociali emergenti e promuovere la sostenibilità nella sua triplice accezione.
È quindi necessario un maggiore coinvolgimento delle fasce più giovani nella vita imprenditoriale e associativa, valorizzando non solo la loro partecipazione al movimento cooperativo ma anche la cooperazione stessa come una forma di impresa innovativa e competitiva.
Con una visione orientata al futuro, la cooperazione può infatti rappresentare per i giovani un'opportunità per costruire un'economia più equa, inclusiva e sostenibile, dimostrando che un altro modo di fare impresa è possibile e necessario.
CREARE.COOP - Nuova cooperazione giovanile
È stata da poco lanciata dai Giovani Imprenditori di Confcooperative in collaborazione con Fondosviluppo la call “CREARE.COOP”, finalizzata a incentivare e sostenere la nascita di nuove cooperative con prevalenza di soci under 35. Un’iniziativa nata dalla necessità di dare risposta ai bisogni dei giovani e della comunità, creando nuove opportunità di lavoro e di impresa.
Fino al 31 marzo 2025 sarà quindi possibile presentare domanda di sostegno, inviando la documentazione disponibile sulla piattaforma www.creare.coop. Fondosviluppo sosterrà le neo cooperative giovanili che risulteranno ammesse alla call con contributi finalizzati a coprire una parte delle spese sostenute per lo start-up o con finanziamenti agevolati per la copertura di investimenti materiali e tecnologici o per costi di gestione.
La progettualità dell’iniziativa è stata proposta dal Gruppo Giovani di Confcooperative nell'ambito della Conferenza dei Servizi e della Rappresentanza che si è svolta nel corso del 2023, partendo dai dati sempre più allarmistici che negli ultimi 10 anni hanno visto un costante calo delle nascite di nuove imprese cooperative, soprattutto giovanili. Un problema per il movimento cooperativo e, più in generale, per l’imprenditorialità, poiché le innovazioni, sia sul piano degli aspetti industriali che della governance, avvengono molto più facilmente nelle imprese dirette dai giovani. La loro mancanza rischia quindi di bloccare l'evoluzione della forma di impresa cooperativa, di cui vi è invece estremo bisogno in un mondo in rapido cambiamento, in particolare per gestire al meglio la transizione ambientale e digitale.