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Banche di comunità e di relazioni anche nell’era digitale

Banche di comunità e di relazioni anche nell’era digitale

Le banche di credito cooperativo sono un servizio di prossimità che può contribuire al ripopolamento delle aree interne, andando controcorrente rispetto al fenomeno di desertificazione bancaria.

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Tags: Federcasse,   BCC

Il fenomeno dello spopolamento delle aree interne, soprattutto in Piemonte e in alcune altre regioni italiane, negli ultimi anni ha raggiunto una dimensione significativa, come rivelano alcuni dati raccolti da Openpolis: tra il 1951 e il 2019, la popolazione piemontese si è spostata sempre di più verso i centri maggiori come Torino, mentre le aree montane hanno registrato una diminuzione di abitanti anche oltre l’85%.


Si tratta di un dato significativo, da affiancare alla presa di coscienza che parallelamente stiamo assistendo al trasferimento di diverse famiglie, anche giovani, nelle aree interne: l’allontanamento dalle grandi città risponde infatti alla ricerca di piccole comunità a cui legarsi, ma anche di un contatto stretto con la natura e con la calma che caratterizza i borghi montani.

Le BCC nelle aree interne

Di fronte a questo scenario, il lavoro delle Banche di credito cooperativo resta un punto di riferimento fondamentale e prezioso: mentre molte altre banche continuano a chiudere gli sportelli, le BCC mantengono salda la propria presenza sui territori, contrastando così il fenomeno noto come desertificazione bancaria. Infatti, mantenere aperto uno sportello significa non solo fornire servizi bancari, ma anche contrastare l’abbandono delle aree interne. Questo fenomeno sta ormai interessando milioni di nostri concittadini e di piccole e medie imprese per cui la chiusura delle filiali rappresenta un problema rilevante che conduce anche a restringere ulteriormente l’accesso al credito. Al contrario, le Banche di credito cooperativo contribuiscono a mantenere vivi e vitali oltre 747 Comuni italiani in cui esse rappresentano l’unica presenza bancaria. L’84,4% di questi Comuni ha meno di 5mila abitanti e il 31% dei 4087 sportelli delle BCC è collocato in Comuni delle aree interne.


La presenza di un modello diverso dal resto dell’industria bancaria conduce a creare, anche in questo ambito, una (bio)diversità di cui beneficia l’intero tessuto socio-economico italiano. In particolare, per quanto riguarda il credito cooperativo, anche la letteratura scientifica più recente evidenzia tre elementi rilevanti: dove operano filiali di BCC l’accesso al credito delle imprese, soprattutto delle PMI, è facilitato, tanto che le imprese situate in prossimità di filiali BCC hanno maggiore accesso al credito bancario e ricorrono in misura minore ad altre fonti di finanziamento, in particolare per quanto riguarda il credito a lungo termine. Inoltre si registra una riduzione delle disuguaglianze di reddito ed emerge una correlazione con indicatori di riduzione della povertà. I rapporti con i prenditori di credito, soprattutto i mutuatari, sono facilitati dalla vicinanza, perché ai dati numerici – cioè quelli oggettivamente rilevabili – si aggiungono le cosiddette soft information, ovvero le importanti informazioni di natura qualitativa non classificabili con gli indicatori standardizzati.

I valori per il presente e il futuro

Le BCC sono naturalmente Banche di comunità: i dati più recenti mostrano che, per ogni 100 euro di risparmio raccolto nel territorio, le BCC ne hanno impiegati in media 74 di cui, per legge, almeno il 95% all’interno della rispettiva zona di competenza, realizzando in tal modo una peculiare forma di finanza geo-circolare. Le BCC si distinguono, inoltre, per destinare la quasi totalità degli utili al rafforzamento patrimoniale (circa il 90% degli utili, ben oltre il 70% imposto per legge) e a opere di beneficenza e mutualità (circa il 4,5% degli utili).
Oltre 68 milioni di euro le donazioni e sponsorizzazioni destinate complessivamente alle comunità per il sostegno alla didattica, per premi allo studio, ad attività sportive, culturali, assistenziali, ricreative e alla promozione del territorio.

In un mondo ormai dominato dai grandi gruppi bancari internazionali, dalle transazioni digitali e dalla tendenza alla omogeneizzazione, le Banche di credito cooperativo continuano quindi a operare nel solco tracciato 140 anni fa con la nascita delle prime Casse rurali e artigiane. Ora come allora, seguono un modello di business orientato verso i soci, le persone, le comunità e il territorio in cui operano. Da sempre, esse antepongono alla massimizzazione dei profitti la crescita responsabile, la coesione sociale e l’inclusione nei processi decisionali. Da questo punto di vista, sono anche all’avanguardia nel perseguimento della dimensione sociale e di governance che vanno a costituire, insieme con la dimensione ambientale, i criteri ESG.


Così, con oltre 80.000 soci giovani con età inferiore ai 30 anni, le Banche di credito cooperativo continuano a lavorare per restare presidi fondamentali per i territori in cui operano, fondandosi sui valori della comunità, delle relazioni e della (bio)diversità.

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