Contrastare l’illegalità nel settore agricolo e promuovere un modello di cooperazione sano e virtuoso sono gli obiettivi alla base dell’incontro che è stato convocato dalla Regione Piemonte martedì 30 luglio e che ha visto il coinvolgimento di Confcooperative Fedagripesca Piemonte insieme ad altre associazioni datoriali, prefetture, sindacati confederali e di categoria per l'attivazione di un tavolo regionale contro lo sfruttamento lavorativo in agricoltura. Un incontro che ha raccolto la convergenza di tutte le parti per estendere a tutto il Piemonte il “modello cuneo”, ovvero il protocollo che ha già dato ottimi risultati nel saluzzese, e permettere un monitoraggio più efficace.
Un impegno che vede Confcooperative Fedagripesca Piemonte in prima linea per consolidare un modello di cooperazione trasparente e virtuoso e costruire un settore agricolo in cui il rispetto delle regole non sia un’opzione ma una base imprescindibile. Tra le diverse iniziative e azioni messe in campo per valorizzare un’agricoltura sicura e giusta per tutti, l’accordo con gli attori del territorio e le organizzazioni professionali operanti nel campo agricolo per stilare un contratto di appalto condiviso per le cooperative di servizio all’agricoltura nel rapporto con le singole imprese agricole, in cui emergano con chiarezza alcuni elementi fondamentali per garantire condizioni di lavoro dignitose e giuste, come l’applicazione dei contratti di lavoro siglati o il garantire una sistemazione alloggiativa adeguata ai lavoratori non residenti sul territorio.
A questo si aggiunge un dialogo costante con gli attori del territorio e la sigla di un accordo con la Prefettura sui territori di Saluzzo, delle Langhe e del Roero per un monitoraggio che consenta di valorizzare le cooperative più serie e qualificate da un lato e, dall’altro, di identificare eventuali situazioni problematiche o di illegalità e intervenire prontamente per contrastarle. Fare rete è infatti fondamentale per consentire la messa al bando di esperienze negative o spurie e contrastare una piaga che contrasta prima di tutto con i valori del mondo cooperativo.
La buona cooperazione, al contrario, può essere parte della soluzione nel suo duplice ruolo. Da un lato, vi sono le realtà agricole che hanno una forte necessità di manodopera in precise stagioni. Dall’altro, le cooperative di lavoro forniscono lavoratori in regola e qualificati. Un sistema che, come nel caso delle cooperative aderenti a Confcooperative Fedagripesca Piemonte, permette di far incontrare una domanda e un’offerta eque per entrambe le parti, sotto un monitoraggio che garantisce che vengano rispettate le condizioni di lavoro di tutte le parti coinvolte.
Il Presidente di Confcooperative Fedagripesca Piemonte, Roberto Morello, ha sottolineato l'importanza di questo lavoro: "La nostra missione è promuovere una cooperazione che non sia solo uno slogan, ma un marchio di garanzia per chi cerca e offre lavoro nel rispetto della legge e della dignità umana. Per riuscirci è fondamentale la collaborazione e che i vari soggetti sociali segnalino anche a noi eventuali situazioni critiche, per intervenire tempestivamente e arginare le irregolarità sia direttamente, nel caso in cui coinvolgessero nostre associate, sia indirettamente attraverso l’Osservatorio Provinciale della Cooperazione, di cui siamo parte attiva. Si tratta di un sostegno vicendevole per promuovere insieme la cooperazione vera e il lavoro regolare".
Il Vicepresidente di Confcooperative Piemonte Sud, Alessandro Durando, ha ribadito l’impegno in prima fila per la lotta al fenomeno: “Essere in prima linea accanto alle cooperative significa valorizzare le imprese che si distinguono per un rispetto autentico dei propri lavoratori. Come Confcooperative Piemonte Sud siamo impegnati da tempo nel contrasto di questa piaga, che si è presentata in prima battuta nei territori delle Langhe. Abbiamo siglato un protocollo con la Prefettura su Saluzzo, le Langhe e il Roero per un monitoraggio a tutela e garanzia dei lavoratori e proseguiremo il nostro impegno a fianco delle istituzioni e delle altre associazioni datoriali per contrastare il caporalato”.