leNOTIZIE

La cooperativa sociale Emmaus compie trent’anni

La cooperativa sociale Emmaus compie trent’anni

Il convegno “Riflessioni in cammino” ad Alba sarà un’occasione per ripercorrere la storia della cooperativa, presentare nuovi progetti e riflettere sul futuro della cooperazione sociale.


Categorie: Primo PianoLe Notizie

Tags: cooperazione sociale,   Federsolidarietà,   inclusione

Nata ad Alba nel 1995, la cooperativa sociale Emmaus celebra trent'anni di attività. In questi tre decenni, Emmaus è cresciuta, si è trasformata e ha consolidato la sua presenza sul territorio, rimanendo fedele alla propria missione: porre la persona, con le sue fragilità e le sue potenzialità, al centro. Oggi, la cooperativa impiega 270 lavoratori e lavoratrici tra Alba, Bra, Cherasco e Cavallermaggiore, offrendo servizi che spaziano dalla psichiatria alla disabilità, dall'accoglienza abitativa all'inclusione lavorativa.

Per celebrare questo traguardo, il 1° ottobre nel cuore di Alba si terrà il convegno “Riflessioni in cammino”. Non sarà un semplice momento celebrativo, ma un incontro aperto alla cittadinanza e agli attori del territorio, con un taglio intergenerazionale e un respiro che guarda al futuro. La scelta del titolo, lo stesso dei venticinque anni, sottolinea la volontà di mantenere un filo rosso tra passato e presente, intrecciando storie ed esperienze in epoche e contesti diversi. Tra gli ospiti attesi anche Stefano Granata, Presidente di Confcooperative Federsolidarietà nazionale.

«Arriviamo da una storia importante dei nostri fondatori e quello che stiamo cercando di fare è ammodernare i valori trasmessi, ereditati e facendoli nostri» racconta il presidente Alberto Bianco. L’obiettivo è guardare avanti mantenendo ben salde le radici, creando un filo rosso che unisca esperienze maturate in epoche e condizioni socio-economiche diverse.

Si parlerà di radici e di prospettive, ma anche delle sfide che la cooperazione sociale si trova ad affrontare: vincoli politici ed economici, bisogni emergenti, necessità di innovare senza smarrire l’identità. Accanto al dibattito, non mancherà un momento conviviale nei cortili della sede storica, pensato per rafforzare legami e trasformare l’anniversario in un’occasione di confronto e di speranza. In questo senso, come ha sottolineato Domenico Massano, responsabile della formazione, non esiste cooperazione senza comunità.

Lo sguardo al futuro si traduce in progetti concreti che toccano tutte le aree di intervento. Nell’ambito dell’area A dei servizi socio-sanitari, Emmaus ha assunto la gestione della comunità La Rosa Blu, ereditata da Anffas. I servizi includono comunità e gruppi appartamenti per persone con disabilità e problemi di salute mentale, servizi educativi scolastici e territoriali, assistenza domiciliare e una scuola dell’infanzia.

L’area B, dedicata all’inclusione lavorativa, sviluppa percorsi di inserimento con aziende del territorio e progetti innovativi come Villa Moffa a Bra, oggi in fase di progettazione. Particolare rilievo ha assunto 8pari, divenuta recentemente una startup autonoma: un laboratorio vitivinicolo che coinvolge persone con disabilità, disturbi della salute mentale e rifugiati, offrendo a ciascuno responsabilità e opportunità di crescita lungo tutta la filiera, dalla vigna alla bottiglia. Sempre in quest’area è nata Viavai social housing, una soluzione di accoglienza temporanea per donne sole e famiglie in difficoltà, con bilocali e spazi comuni che diventano non solo casa, ma anche punto di ripartenza verso nuove autonomie.

«Il percorso di Emmaus dimostra quanto la cooperazione sociale sia centrale per la crescita del territorio e della comunità – osserva Enrico Pesce, Presidente di Confcooperative Federsolidarietà Piemonte –. Questo anniversario, che cade tra l’altro a pochi giorni dalla Giornata internazionale della salute mentale del 10 ottobre, ci ricorda che i servizi non sono solo risposte ai bisogni, ma strumenti di inclusione, dignità e crescita collettiva.»

In questo contesto, Emmaus pone anche grande attenzione al tema generazionale. Il passaggio di testimone ai più giovani è considerato fondamentale per mantenere vivi i valori originari e, allo stesso tempo, rinnovarli con nuove motivazioni. Anche l’organizzazione interna si sta evolvendo per rafforzare la dimensione aziendale, mettendo a sistema processi e competenze senza snaturare la vocazione sociale. Il direttore dei servizi, Davide Tedesco, ha spiegato come la cooperativa cerchi costantemente un equilibrio tra concretezza e visione, radicamento nel territorio e capacità di sognare.

In fondo, i trent’anni di Emmaus possono essere riassunti nell’immagine evocata dal pedagogista Andrea Canevaro: “stare su una zolla, ma guardare il cielo”. Una frase che racchiude la capacità di rimanere ancorati ai bisogni concreti delle persone senza rinunciare alla costruzione di un futuro ancora più inclusivo e solidale.


Il tuo nome
Il tuo indirizzo e-mail
Oggetto
Inserisci il tuo messaggio ...
x