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La giovane Sara e le api

La giovane Sara e le api
Una ricercatrice universitaria racconta la storia della sua collaborazione con la cooperativa sociale Dalla Stessa Parte, storica realtà del ciriacese, attraverso il progetto “Bee Happy” per la produzione di miele.

Categorie: Le Nostre Storie

Tags: Miele,   Agricoltura sociale,   Dalla Stessa Parte

Articolo pubblicato sul settimanale Il Nostro Tempo, 25 settembre 2016, autore Lidia Cassetta

 

Sara Bernardi, giovanissima ricercatrice dell’Università di Torino, presso il dipartimento di Matematica “Giuseppe Peano”, sta collaborando a “Bee Happy”, un progetto di produzione e vendita di miele della cooperativa sociale Dalla Stessa Parte di Ciriè, nel torinese,  impegnata da oltre trent’anni nell’inserimento di persone svantaggiate attraverso diversi percorsi lavorativi.

Nel 2016 sono stati seicento i chili prodotti dalla cooperativa, fino ad oggi, e si prevede di raggiungere i dieci quintali entro l’autunno, grazie alle ottanta arnie collocate nelle Valli di Lanzo. 

La cooperativa attualmente dà lavoro a diciassette soci lavoratori, impegnati, oltre che nel progetto “Bee Happy” anche nella manutenzione di aree verdi e in un laboratorio di assemblaggio pezzi. 

“Per me il progetto “Bee Happy” della cooperativa Dalla Stessa Parte è  una grande opportunità - spiega Sara -  una serie di circostanze favorevoli mi ha infatti consentito, subito dopo la laurea nel 2015, con una tesi in biomatematica con il prof. Ezio Venturino, di iniziare una collaborazione con questa cooperativa in quanto ricercatrice universitaria. Il mio obiettivo con la tesi era stato quello di costruire un modello di matematica teorica che consentisse di descrivere l’epidemiologia dei virus delle api in una colonia infestata dall’acaro Varroa destructor. I produttori conoscono bene il problema, che purtroppo è molto diffuso e difficilmente debellabile in modo permanente con gli acaricidi: le api, volando, trasferiscono l’acaro anche negli alveari in cui si è proceduto alla disinfestazione”.

Hai dunque messo insieme apicoltura e matematica? 

“La matematica può essere applicata a qualsiasi scienza, perché utilizzando i modelli matematici astraiamo un problema reale e poi lo traduciamo in equazioni. Una volta che il matematico riesce a farlo può poi procedere nell’analisi grazie alle tante possibilità che la matematica teorica offre. La matematica, certo, non ha la presunzione di spiegare tutto e tanto meno le imprevedibilità che invece ci sono in natura. Può però prendere in esame alcuni fattori, nel mio caso  ho considerato il virus, le api e gli acari che aiutano la diffusione del virus fungendo da vettore, trascurando altri aspetti, e poi ho verificato l’attendibilità dei risultati raggiunti. A questo lavoro ha collaborato attivamente l’associazione Aspromiele. Nella tesi ho ottenuto risultati che corrispondono alle osservazioni degli apicoltori, e questo mi ha incoraggiato”.

Come procede ora la collaborazione con la cooperativa Dalla Stessa Parte? 

“Le sperimentazioni sono partite con la primavera e proseguiranno fino alla fine di agosto. Abbiamo posto dieci sciami di api a dimora che saranno trattati con gli acaricidi in modo da partire a inizio stagione con un numero pari a zero di Varroa negli alveari. Dopo circa un mese abbiamo introdotto una quantità nota di Varroa ed effettuiamo dei campionamenti ogni due settimane. Riusciremo in questo modo a ottenere i dati necessari per validare il modello predisposto. Per gli apicoltori sono informazioni molto importanti per la somministrazioni degli acaricidi, sia per la quantità da usare sia per le tempistiche per farlo. Il modello matematico effettua infatti previsioni quantitative e qualitative, riguardanti dunque anche gli aspetti biologici”.

Che cosa rappresenta per te questo primo lavoro? 

“Per me è stata una bellissima scoperta e ne sono affascinata. Mi è sempre mancata la possibilità di applicare la matematica pura ai problemi concreti. Anche il fatto di avere ricevuto così tanta fiducia e interesse da parte dei cooperatori mi ha tanto sostenuto e mi sostiene quotidianamente nel mio lavoro”.

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