In occasione della festa della donna, la cooperativa sociale Mirafiori ci segnala, e volentieri diffondiamo, l’evento “Dialoghi letterari e musicali contro la violenza di genere”, che avrà luogo giovedì 9 marzo, alle ore 18, a Santena, presso la biblioteca civica di piazza Visconti Venosta. L’introduzione sarà a cura della vice presidente della cooperativa Mirafiori Adriana Sumini, interverranno Elena Cerutti, autrice del libro “Lo Sconosciuto” e Alessandro Luison alla chitarra.
La cooperativa Mirafiori opera nel torinese e, fin dalla sua costituzione, avvenuta il 22 giugno 1988, agisce nel settore della prevenzione al disagio - promozione dell’agio giovanile, nei servizi alla persona e della promozione culturale in un’ottica di solidarietà sociale e di sensibilizzazione della realtà territoriale.
La cooperativa, che ha sede a Mirafiori sud, a Torino, ha come primo obiettivo quello di innescare processi di assunzione di responsabilità che si diffondano a livello sociale e arrivino a coinvolgere reti, attori e risorse.
Punto focale della sua azione è dunque promuovere reti, creare occasioni, condividere esperienza al fine di migliorare i rapporti e i legami di scambio esistenti e di crearne di nuovi.
Opera nell’area socio educativa (comunità educative, educativa territoriale…) in quella socio sanitaria (comunità riabilitative, progetti educativi…) e infine in area socio culturale.
E’ tra i soggetti che hanno dato vita alla Fondazione Mirafiori.
Numerosissimi i progetti realizzati nel corso degli anni, da “Casa Artemisia”, pensato proprio per la tutela delle donne che hanno subito stalking o violenze, ai laboratori di counseling, dall’orto sociale all’onoterapia (progetto Un asino per amico). In particolare Casa Artemisia inizia l’accoglienza nella primavera del 2014 e nasce come progetto maturato dalla sensibilità, dall’esperienza e dal sentire dell’importante componente femminile della cooperativa, in cui la maggioranza dei soci è donna. Per la cooperativa Mirafiori dare vita ad una risorsa per le donne, uno spazio per loro, per riprendere in mano la propria vita, non solo è un passaggio culturale, ma anche una “naturale” evoluzione delle proprie risorse interne rivolte ai minori.