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COOPERATIVA E.T: 30 ANNI AL SERVIZIO DEL TERRITORIO

COOPERATIVA E.T: 30 ANNI AL SERVIZIO DEL TERRITORIO

Venerdì 2 Febbraio il convegno celebrativo dei 30 anni di storia di educativa territoriale: ne parliamo con Guido Laguzzi e Laura Zago

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Tags: Federsolidarietà,   Cooperativa ET,   Educazione,   Guido Laguzzi,   Laura Zago

“Se trent’anni vi sembran pochi”: il tempo di E.T. per abitare i sogni dei ragazzi, nessuno escluso, accompagnandoli con lo stile di Don Bosco. Questo il tema del convegno celebrativo che si terrà venerdì 2 febbraio dalle 8.30 in Sala Sangalli a Valdocco, in via Maria Ausiliatrice 32, Torino, in continuità con il 30° anniversario di fondazione della Cooperativa Sociale E.T. - Educatori di Territorio s.c.s. onlus. Tanti i relatori che si avvicenderanno sul palco, ospiti del Presidente Andrea Calabrese: tra gli altri, l’Ispettore Salesiano Don Enrico Stasi, l’Assessore ai Diritti e alle Politiche Giovanili della Regione Piemonte Monica Cerruti e l’Assessore alle politiche sociali, educative e cittadinanza della Città di Torino Sonia Schellino, Luca Facta, Direttore di Federsolidarietà Piemonte e Gianni Gallo, Presidente di Confcooperative Piemonte Nord.

La Cooperativa Sociale E.T - Educatori di Territorio, associata a Federsolidarietà Confcooperative Piemonte è un’organizzazione di ispirazione salesiana, fondata nel 1987, che opera per il benessere e benestare della collettività e delle persone che compongono l’organizzazione. Il valore aggiunto è l’attenzione alla persona e lo sviluppo dell’empowerment, individuale e di gruppo, quale risorsa per un positivo cambiamento. Pensiero cardine e agire della Cooperativa è proprio l’educazione, da intendersi come accompagnamento alla crescita integrale della persona e al suo positivo inserimento nel contesto familiare e sociale. L’intento principale è rispondere ai crescenti bisogni sociali in ambito educativo, pastorale e culturale della comunità locale, bisogni che cambiano in accordo con i mutamenti cui la società assiste ogni giorno. Fondamentale quindi prestare attenzione ai cambiamenti sociali e adattare le competenze degli educatori e di tutte le altre professionalità messe in campo: quale il percorso della Cooperativa in questi 30 anni e i nuovi fenomeni in crescita? Lo abbiamo chiesto a Guido Laguzzi, responsabile dell'ufficio stampa e educatore della Cooperativa, e alla Vicepresidente Laura Zago.

Guido Laguzzi spiega: “Come descrivere la trasformazione del ruolo di educatore negli ultimi 30 anni? L’educativa territoriale si è trasformata progressivamente in educativa domiciliare: abbiamo assistito a un avvicinamento al mondo della famiglia. Si è cercato dunque di plasmare una figura educativa al servizio del nucleo famigliare, cercando di coinvolgere l’utente finale in quanto soggetto (e non oggetto). Uno degli ultimi progetti è proprio quello dell’educatore a domicilio, di tipo privato, un servizio richiesto dalle famiglie per problemi di vario tipo, dai disturbi dell’alimentazione sino a condotte devianti e difficoltà relazionali, molto spesso in collaborazione con l’ospedale Regina Margherita. Un altro terreno sempre più significativo consiste nell’educativa di strada, in risposta alle esigenze dei ragazzi di strada: è questo un campo, per esempio, dove sempre più si entra in contatto con i migranti. Resta infine l’educativa di oratorio e di cortile che, sebbene la nostra Cooperative nascesse proprio per uscire dalle parrocchie e immergersi nei territori, rappresenta sempre un terreno dove i nostri educatori sono presenti. Complessivamente, sono 110 gli educatori che operano nei vari ambiti."

Migrazioni e cyberbullismo, due fenomeni che non possono passare inosservati, e verso i quali la Cooperativa sta rivolgendo alcune sue iniziative: “L'ambito dei migranti è sicuramente nuovo per noi, per cui abbiamo scelto di adottare un approccio graduale: non è pensabile intervenire senza senza cognizione di causa.”, sostiene la Vicepresidente Laura Zago, "Abbiamo stretto contatti con alcune Cooperative del territorio chierese, per capire se quel territorio sarà oggetto di progettazione SPRAR. Ci piacerebbe allestire una progettazione nell’ambito dell’accoglienza comunitaria, intervenendo sui giovani (prossimi alla maggiore età o poco oltre), per accompagnarli in progetti di autonomia e integrazione. Il nostro interesse non verte sull’emergenza ma su politiche a medio-lungo termine. Sono progetti che ci potranno veder impegnati nel 2018 e 2019. Parallelamente vorremmo anche continuare a sviluppare iniziative di educativa domiciliare, in collaborazione con il Regina Margherita. Per quanto concerne i nuovi fenomeni di bullismo e cyberbullismo, impieghiamo tra i nostri operatori non solo educatori professionali ma altre figure complementari, come pedagogisti, psicologi e assistenti sociali, che stiamo coinvolgendo nel progetto “Open Mind”, nell’ambito del quale vengono messi in campo momenti di formazione con docenti e educatori proprio su questi temi. Serve evidenziare che molto spesso, vittima di bullismo e cyberbullismo, non sono soltanto alunni normodotati, ma i soggetti più fragili presenti nelle scuole."

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