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Città, la crisi dell’abitare e la mappa dei disagi

Città, la crisi dell’abitare e la mappa dei disagi
Il commento del Presidente di Confcooperative Habitat Piemonte Claudio Lovera al focus Censis-Confcooperative

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Tags: Confcooperative,   Claudio Lovera,   Confcooperative Habitat Piemonte,   Censis

Il 3 luglio è stato presentato a Roma il Focus “Città, la crisi dell’abitare e la mappa dei disagi”, promosso da Confcooperative Habitat e realizzato in collaborazione con Censis e Confcooperative. L’indagine consegna un quadro da cui emerge un disagio economico, sociale e amministrativo, con le città italiane che perdono qualità e giovani, che non trovano occupazione e non riescono ad affrancarsi dalle famiglie. Una situazione grave che deriva soprattutto dalla crisi che ha colpito a fondo la nostra società e relega ancora ampie parti di paese in una difficoltà economica che genera disagio e rancore anche verso quelle realtà che operano per favorire un miglioramento nel medio periodo.

"Le nostre città non sono a misura dei cittadini, che esprimono un giudizio decisamente critico sui trasporti pubblici, sulla pulizia e sulle condizioni delle strade e soprattutto sulla sicurezza percepita” spiega Claudio Lovera, Presidente di Confcooperative Habitat Piemonte, "Molte nostre città come ad esempio Roma, Napoli e Palermo sono i fanalini di coda nelle classifiche di vivibilità, tanto da essere sopravanzate da città come Sofia e Bucarest. Gli effetti della crisi iniziata nel 2009 e ancora non pienamente superata hanno inciso profondamente sull’abitare. La prima dimensione critica, per molti aspetti la più grave, dell’abitare contemporaneo, riguarda la disponibilità e l’accessibilità stessa del bene casa in un contesto segnato dalle dinamiche di impoverimento."

In questo contesto cresce la quota delle famiglie a basso reddito, e non solo, che si rivolgono all’affitto. Alcuni dati sono particolarmente rilevanti: il 40% delle famiglie in affitto è in condizioni di disagio abitativo in relazione ai costi che deve sostenere, che molto spesso possono superare il 40% del reddito. Tale situazione ha fatto aumentare gli sfratti, che 9 volte su 10 sono dovuti a morosità. L’indisponibilità di case in affitto, il loro costo elevato e la difficoltà a trovare un lavoro stabile determina la lunga permanenza dei giovani in famiglia, tant’è che il 66% dei giovani tra i 18 e i 34 anni vive ancora con i genitori. Il disagio generale percepito nelle grandi città è legato sicuramente alla precarietà reddituale e lavorativa, ma anche alla bassa qualità dello spazio fisico e dei servizi che connota molte aree urbane. Da ciò deriva un forte desiderio di quartieri dove i servizi soddisfino le aspettative, ma anche dove le persone escano, si frequentino, e dove siano presenti luoghi adatti a creare legami ed a formare una comunità. "Proprio per contrastare questo malessere diffuso e ridurre le condizioni di disagio la nostra federazione ha adottato la “Carta dell’Habitat”, declinata dal Professor Consonni per conto di Confcooperative Habitat” prosegue Lovera, “La Carta ha come punti distintivi il tema del legame profondo tra politica e habitat, del perseguire un nuovo patto tra le generazioni, di fare città a misura d’uomo ridando centralità al tema dell’abitare e rafforzando la propensione inclusiva delle città, reintroducendo il principio della salvaguardia della bellezza del paesaggio e dei luoghi."

"Ispirandoci a questi principi condivisi stiamo programmando interventi che siano volti a soddisfare l’esigenza, come è risultato dall’indagine svolta dal Censis, di un’abitazione in affitto a canoni calmierati e realizzata in luoghi piacevoli”
 conclude, "ampliando il profilo delle cooperative di abitazione, da soggetto meramente realizzatore a gestore sociale, con particolare attenzione alle soluzioni tipologiche delle abitazioni, alla sostenibilità ambientale a cominciare dai rapporti tra gli spazi pubblici, gli spazi collettivi e gli spazi privati." 

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