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Cambiamenti climatici in apicoltura. Il Convegno di Piemonte Miele

Cambiamenti climatici in apicoltura. Il Convegno di Piemonte Miele
Il convegno “Cambiamenti climatici in apicoltura: quali scenari per il Piemonte?”, a Cussanio, è stato una testimonianza approfondita e vivace della grande importanza che questo tema ricopre a livello regionale

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Tags: Fedagri,   apicoltura,   Fossano,   Incontro

Venerdì 21 febbraio si è tenuto, a Cussanio, un convegno dedicato interamente al tema dell’apicoltura e dell’ambiente, organizzato dalla Società agricola cooperativa Piemonte Miele, con il supporto di Confcooperative Piemonte. Molte le voci e gli interventi di spicco che si sono succeduti nel corso della mattina. Il convegno “Cambiamenti climatici in apicoltura: quali scenari per il Piemonte?” è stato una testimonianza approfondita e vivace della grande importanza che questo tema ricopre a livello regionale, e non solo.

Un convegno che si inscrive tra le iniziative contenute nel Progetto predisposto da Piemonte miele, con la collaborazione di Gestcooper scarl, e oggetto di finanziamento da parte del MIPAF, riferito al sottoprogramma ministeriale del Piano apistico nazionale 2020-22 per l’anno 2020. Il finanziamento ministeriale costituisce un importante riconoscimento a livello nazionale di Piemonte Miele, nel suo essere la più grande cooperativa operante in Italia per quantità di miele immessa sul mercato. A questa cornice si aggiunge il percorso intrapreso verso la riforma del Green Deal Europeo e della Pac 2021-2027, su cui Fedagripesca Piemonte ha cominciato a lavorare nell’ottica di preservare gli ecosistemi e la biodiversità sia all’interno sia al di fuori delle aziende agricole e di assicurare un giusto reddito agli agricoltori in un contesto di un sistema alimentare equo, oltreché sano e rispettoso dell’ambiente

Domenico Sorasio, Direttore di Confcooperative Piemonte, si è detto soddisfatto del convegno: “Pur non essendo la prima volta che Piemonte Miele tratta di “cambiamenti climatici e apicoltura”, con questa iniziativa la cooperativa ha mostrato di voler mirare, con il supporto decisivo dei relatori presenti, a compiere un ulteriore salto di qualità nelle varie azioni di contrasto dei fenomeni in atto.  La definizione di misure di adattamento dell’apicoltura subalpina agli impatti dei cambiamenti climatici costituisce, in certo modo, una sorta di rivendicazione del settore apicolo regionale al diritto al futuro: non solo per sé, ma anche per tutti gli altri. Non dimentichiamo che la crisi del settore apistico, come le crisi nei diversi campi, è una crisi di natura socio-ambientale, che riguarda tutti e, nella fattispecie, i ricercatori, gli apicoltori, le cooperative, la distribuzione, gli assicuratori e, non da ultimo, le istituzioni pubbliche di diverso livello (Ue, Stati e regioni).”

Tra i relatori, nomi eccellenti quali Gianfranco Termini, dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte, Enrico Rivella, di Arpa Piemonte, Aulo Manino, dell’Università di Torino DiSAFA, e Renato Gardini, della Compagnia ItalianaBrokers. Tante voci per ribadire che la via per la sostenibilità sul pianeta collima con il percorso di tutela delle api, segno di biodiversità animale ed elemento fondamentale per la produzione agricola. Le api domestiche e selvatiche, infatti, sono oggi responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta e garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo.

Il Presidente di Piemonte Miele, Ernesto Marengo, ha spiegato l’importanza del convegno: “Se da una parte la nostra cooperativa sta vivendo un momento abbastanza positivo, dall’altra il settore è in difficoltà. L’apicoltura sta attraversando un periodo molto difficile: un periodo di cambiamento, un periodo forse tragico, caratterizzato dal crollo dei mercati e da importazioni selvagge. Il cambiamento climatico non fa che peggiorare la situazione. Per queste ragioni, la giornata di oggi era tanto importante. Abbiamo, come cooperativa, compiuto quasi 50 anni e abbiamo l’intenzione di festeggiarne almeno altri 50. Speriamo in un forte cambiamento dei mercati e in nuovi decreti di legge nuove normative e programmi di intervento mirati che favoriscano e accompagnino la produzione di miele italiano.”

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