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Lotta alla Cimice Asiatica: il via libera dall’UE alle nuove misure

Lotta alla Cimice Asiatica: il via libera dall’UE alle nuove misure

Un ulteriore e importante passo verso la nascita di misure di contrasto capillare. Ora mancano le disposizioni su attuazione e rendicontazione

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Tags: Fedagri,   Cimice asiatica,   Provvedimenti

Le criticità, per il settore agroalimentare, sono notevolmente aumentate nell’ultimo periodo. Dopo la drammatica annata del 2019, la maggior parte delle imprese è impegnata oggi ad affrontare i problemi legati all'emergenza Coronavirus e alle gelate degli ultimi giorni, ma la complessa lotta alla cimice asiatica non cessa di causare preoccupazioni. 

Il 2 aprile scorso è arrivata finalmente la buona notizia del recepimento da parte della Commissione europea delle proposte presentate dal Ministero delle Politiche agricole e delle Regioni coinvolte. Si tratta di un risultato importante, dopo il via libera all'utilizzo della vespa samurai deciso dalla Conferenza Stato Regioni.

Si tratta di interventi che coinvolgono le aziende produttrici che operano in diverse regioni, tra cui anche il Piemonte, e che prevedono la copertura con i fondi mutualistici anche del capitale iniziale di costituzione, l'innalzamento del sostegno comunitario del fondo di esercizio fino al 5% del valore della produzione commercializzata e un finanziamento fino al 60% per gli interventi di prevenzione dei danni da cimice asiatica inseriti nei programmi delle organizzazioni dei produttori.

Mancano tuttavia ancora disposizioni attuative esatte, come ricorda Domenico Sacchetto, Presidente dell’Asprofrut: “Noi abbiamo fatto proposte concrete e stiamo raccogliendo qualche risultato positivo. Siamo soddisfatti di questo primo segnale di attenzione, ma la strada da percorrere non termina qui. Una prima questione da affrontare sarà il processo di rendicontazione di questi fondi mutualistici. Speriamo arrivino presto indicazioni precise su come dobbiamo muoverci, per permettere l’attivazione delle risorse a disposizione: abbiamo chiesto nuove sperimentazioni e non vogliamo sprecare i fondi assegnati. Al cnetro devono restare i produttori. Tutto questo è stato possibile grazie alla rete nata nel corso del tempo. Se questo sistema sta funzionando e sta facendo sentire la propria voce è anche grazie al lavoro di Confcooperative e delle realtà presenti.”

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