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I risultati dell’unità mobile donata dalla Banca d’Alba

I risultati dell’unità mobile donata dalla Banca d’Alba
Sono 3.000 i tamponi effettuati in poche settimane grazie al mezzo donato all’ASAVA e che opera su tutto il territorio albese

Categorie: Primo PianoLe Notizie

Tags: Banca d'Alba,   Alba,   Emergenza Covid19

Una Banca che dimostra impegno e attenzione al proprio territorio di appartenenza. Gli oltre 58.000 soci di Banca d’Alba si sono resi protagonisti di una donazione, nel mese di maggio, di un mezzo che fungesse da unità mobile, per riuscire a sottoporre a tampone un maggior numero di pazienti positivi al Covid-19 o sospetti tali nella comunità albese.

È passato poco più di un mese dall'inaugurazione dell’unità mobile donata all’ASAVA (Associazione Servizio Autisti Volontari Ambulanza) e l’apporto si è rivelato subito significativo: 3.000 tamponi fatti, grazie al lavoro encomiabile di medici, infermieri, volontari e di tutto il personale messo a disposizione dall’Asl CN2.

Il progetto, nominato “Drive Through”, prevede che l’unità venga utilizzata per effettuare i test sierologici anche presso aziende e comuni. Un gesto importante, dunque, che mostra un esempio di cittadinanza attiva, del quale tutta la comunità ha beneficiato. Questa Unità di Coordinamento Locale, grazie ai sistemi integrati di cui è fornita, consente di effettuare tanti tamponi con poco personale, limitando così i rischi di contagio nei trasferimenti.

Tino Cornaglia, Presidente di Banca d’Alba e membro del Consiglio di Presidenza di Confcooperative Piemonte, ha commentato questo primo periodo di attività: “Un numero così alto di tamponi effettuati dimostra che questo progetto sta funzionando. È incredibile pensare come tutto sia nato da una telefonata, una domenica pomeriggio. Da quel momento e in poco tempo siamo partiti con questo screening sul territorio, grazie anche al supporto importante dall’azienda Caravan Langhe. Sappiamo, tuttavia, che si tratta di un piccolo contributo se paragonato al lavoro di donne e uomini che operano in un settore difficile come quello della sanità e in circostanze complesse come quelle di un’emergenza”

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