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Oltre l’esclusione delle cooperative agricole dalla decontribuzione 2020

Oltre l’esclusione delle cooperative agricole dalla decontribuzione 2020
Dietro alle scelte disposte dal decreto attuativo interministeriale per l’esonero dei contributi previdenziali in agricoltura ci sarebbe l’utilizzo del codice Ateco come criterio determinante

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Tags: Fedagripesca,   Decontribuzione,   Istituzione

Molte le contraddizioni del decreto attuativo interministeriale, relativo all’esonero straordinario dei contributi previdenziali e assistenziali in agricoltura per i primi sei mesi del 2020. Dalla decontribuzione introdotta per le filiere in difficoltà sono state escluse, insieme ad alcuni dei principali comparti dell’agroalimentare italiano, tutte le realtà cooperative.

La causa sembrerebbe essere riconducibile soltanto al codice Ateco, che nel caso delle cooperative agricole include anche le attività di trasformazione e valorizzazione, per cui non è previsto alcun esonero contributivo. “Un errore a cui rimediare il prima possibile. L’errore parte dal criterio utilizzato per definire la platea dei beneficiari, perché i codici Ateco, da sempre non identificano l’attività delle imprese ma li inseriscono in un comparto a fini statistici”, ha sottolineato il Presidente di Confcooperative Fedagripesca Giorgio Mercuri in una dichiarazione riportata dal giornale Libero.

Dopo il forte disappunto a seguito della comunicazione dell’esclusione delle imprese della filiera ortofrutticola dai beneficiari del provvedimento, diventa dunque ancora più difficile per le imprese cooperative accettare il criterio prescelto, che dovrà essere oggetto di maggiori e adeguati approfondimenti ai tavoli ministeriali. In un provvedimento destinato alle filiere, l’esclusione delle cooperative di conferimento e trasformazione riduce e amputa il significato stesso di “filiera”. Un sostegno che dovrebbe guardare agli imprenditori agricoli che hanno sofferto maggiormente la recente crisi, non può non considerare necessariamente la filiera nella sua autentica interezza, che va dunque dalla fase agricola alla trasformazione fino alla commercializzazione dei prodotti.

In Piemonte, dove il settore agricolo cooperativo ricopre un ruolo fondamentale, questa decisione rappresenta una criticità importante. Roberto Morello, Presidente di Confcooperative Fedagripesca Piemonte, ha dichiarato: “Siamo subito intervenuti e abbiamo richiesto, attraverso la Federazione nazionale, un confronto con la Ministra alle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, per comprendere meglio la situazione e dialogare sui rimedi da apportare. Durante i mesi dell’emergenza causata dalla pandemia da Covid19, le cooperative agroalimentari piemontesi e di tutta Italia non hanno usufruito della cassa integrazione, ed è stata anzi garantita ai dipendenti una regolare retribuzione, senza mai aggiungere pesi alla spesa sociale. Oggi chiediamo che gli sgravi che il Ministero dell’Agricoltura ha deliberato vengano assolutamente estesi anche alle cooperative. La classificazione Ateco, utilizzata dall’Istat, dimostra di essere un parametro assolutamente non sufficiente ed esaustivo: è inspiegabile che le cooperative agricole siano escluse. Riteniamo sia arrivato il momento di trovare le risorse per estendere a tutti comparti il taglio del costo del lavoro, soprattutto per quelli che hanno sofferto una situazione difficile.”

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