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Il mercato del vino cooperativo tra luci e ombre. La cooperazione agricola piemontese

Il mercato del vino cooperativo tra luci e ombre. La cooperazione agricola piemontese

Intervista a Davide Viglino, Direttore di Vignaioli Piemontesi

Categorie: Primo PianoLe NotizieDalle Federazioni

Tags: vitivinicolo,   Fedagripesca,   2023

Pandemia, inflazione, cambiamento climatico sono le ombre che si estendono sul mercato vitivinicolo cooperativo piemontese e non solo, incrociando altri segnali positivi che permettono al comparto di guardare al futuro con ottimismo.

A partire dall’isolamento durante la pandemia e con il prendere piede dello smartworking, i consumi sono aumentati in modo piuttosto significativo: con le limitazioni agli spostamenti e, oggi, con il lavoro da remoto, le persone trascorrono molto più tempo a casa, determinando quindi volumi di vendita maggiori rispetto agli anni precedenti al 2020. Così le vendite, soprattutto nella grande distribuzione, sono cresciute e hanno compensato, se non addirittura superato, le perdite. L’attività di esportazione svolge un altro ruolo chiave: di tutti i vini DOP (che rappresentano il 90% della totalità), ne esportiamo il 70%, una percentuale che contribuisce a compensare le perdite a livello nazionale, nonostante il fenomeno globale dell’inflazione.

Quest’anno, inoltre, il settore del vino cooperativo piemontese ha registrato una normalizzazione delle vendite ai canali Ho.Re.Ca, in particolare al comparto della ristorazione e delle enoteche. A questo si aggiunge un terzo dato positivo, che è quello del turismo: con città nuovamente piene di visitatori italiani o esteri soprattutto durante l’estate, anche il settore vitivinicolo sta assistendo finalmente a un ritorno alla normalità.

A tutto questo, tuttavia, si contrappongono gli ostacoli a cui accennavamo prima: il più recente è quello della guerra tra Russia e Ucraina, che sta avendo un impatto diretto sulla vitivinicoltura e sull’economia europea e mondiale, incidendo sull’incremento dei prezzi delle materie prime, in particolare dell'energia e del gas. Questi aumenti influenzano inevitabilmente i costi di produzione, che si traducono poi in un prezzo più alto per il consumatore finale che, già colpito dall’inflazione, tende a diminuire drasticamente i propri consumi.

Qualità ai massimi livelli, quantità in crollo. Questa, per la cooperazione vitivinicola piemontese, è stata una vendemmia eccellente ma decisamente troppo magra. Un altro elemento che continua a incidere negativamente sulla produzione è certamente il cambiamento climatico: non possiamo più ignorare che le avversità climatiche siano ormai una realtà con cui convivere quotidianamente e di fronte a cui occorre trovare una nuova strategia di difesa. Quest’anno il lavoro dei cooperatori è stato estremamente complicato e faticoso a causa di un inverno molto secco con temperature molto alte, che si sono protratte durante tutta l'estate, con settimane caratterizzate da temperature estremamente elevate e poche piogge. Per il 2023 la produzione minore legata allo stress climatico su base regionale arriva a 25%, un dato che desta molte preoccupazioni. Nonostante il duro colpo alla quantità, la qualità sembra promettente, con alcune produzioni di livello eccellente, soprattutto con vitigni tardivi come il Nebbiolo, che hanno beneficiato delle ultime piogge avvenute a fine agosto.

Questa situazione tra luci e ombre del mercato vitivinicolo cooperativo nel 2023 ha spinto le organizzazioni del comparto vino a richiedere, all'unisono, la moratoria dei mutui per calamità naturale. Attraverso una lettera indirizzata al Presidente della Regione Alberto Cirio e all'Assessore all'Agricoltura Marco Protopapa, Vignaioli Piemontesi, sostenuta da Confcooperative Fedagripesca Piemonte e dall'intero comparto regionale, sottolinea come siccità estrema e temperature elevate siano gli elementi che hanno fin qui dominato lo scenario meteorologico regionale, con uno scenario comune a tutto il territorio viticolo che ha assunto toni drammatici nel corso della stagione produttiva.

A rischio c’è la sopravvivenza di tutte le aziende viticole, se non si interviene in tempi rapidi e con un piano strategico articolato.

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