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Stop alla Babele di contratti nella cultura

Stop alla Babele di contratti nella cultura

Andrea Ferraris, portavoce Alleanza Cooperative del Piemonte settore Cultura e presidente Federcultura, commenta la difficile situazione del comparto

Categorie: Primo PianoDalle Federazioni

Tags: Federcultura,   Cultura,   Andrea Ferraris,   contratti,   Alleanza Cooperative Piemonte

Segnaliamo l’articolo uscito ieri sul quotidiano La Repubblica (cartaceo e online, di seguito la versione online) che riporta le dichiarazioni del presidente di Federcultura Andrea Ferraris, portavoce dell’Alleanza delle Cooperative del Piemonte settore Cultura, Beni Culturali e Turismo, relativamente alla contrattualistica del comparto. Un tema di grande rilievo e sul quale la cooperazione culturale è impegnata in prima fila, per valorizzare la professionalità e le competenze dei propri soci, e per dare pieno sviluppo alle enormi potenzialità del comparto.

 

 "Stop alla Babele di contratti nella cultura: serve un nuovo patto per paghe eque"

La proposta dell'Alleanza Cooperative a musei e altre istituzioni

di JACOPO RICCA

 

Un nuovo patto per dare una paga equa e garanzie ai lavoratori della cultura. A lanciarlo è Andrea Ferraris, portavoce dell'Alleanza Cooperative del Piemonte di Cultura, Beni culturali e Turismo, la rete che raccoglie le più importanti sigle del mondo cooperativo che gestiscono gli appalti nel settore cultura. Una proposta pensata per sbrogliare la “Babele” contrattuale denunciata ieri da Repubblica.


Il caso della reggia di Venaria
Nei musei piemontesi, tra cui eccellenze premiate da visitatori e siti specializzati come la Reggia di Venaria o il Museo dell'automobile, persone con la stessa mansione si vedono applicati contratti lontanissimi tra loro, da quello dei metalmeccanici a quello multiservizi: "Servono regole certe e condivise da tutti i soggetti protagonisti – spiega – Solo così si possono favorire occupazione, sviluppo e prestigio del nostro patrimonio".
Ferraris, che parla a nome di Confcooperative, Legacoop e Agci, ricostruisce il processo che ha portato alle storture attuali: "In questi ultimi anni di crisi economica si sono ridotte le risorse economiche a disposizione di enti pubblici e aziende – racconta – Tutto ciò ha spinto verso fenomeni di “risparmio” forzato e favorisce la concorrenza sleale delle aziende più disinvolte". L'ultima polemica ha riguardato gli esternalizzati della Reggia di Venaria, ma il problema affonda le radici nel passato: «Circa 15 anni fa abbiamo firmato un integrativo “Beni culturali” al contratto nazionale Multiservizi che desse uno strumento unico a quelle coop che lavoravano nel settore, cui seguì quello per i dipendenti delle fondazioni culturali degli enti pubblici – racconta Ferraris che da sempre lavora nelle cooperative culturali – L'attuale situazione di confusione contrattuale è dovuta anche a nuove forme di rappresentanza sindacale non tradizionali, poco propense ad accettare lo “status quo” raggiunto dopo molti anni di travaglio in centinaia di gare, all’estendersi del lavoro anomalo di pseudo-associazioni e del riproporsi, accentuato dalle difficoltà di finanza pubblica, del fenomeno del “massimo ribasso” nelle gare di servizi».

Una “Babele” appunto che ha portato "a spinte eterogenee che non aiutano la qualità del servizio e la buona occupazione con la giusta retribuzione dei tanti giovani che operano nel settore".
Dalle cooperative arriva una nuova proposta a musei e sindacati: "Confrontiamoci per siglare un nuovo patto su basi certe per l’individuazione di contratti adeguati a offrire i servizi richiesti con il giusto compenso e il prezzo congruo".

 

 

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