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Il progetto dietro al successo. I clienti consacrano Piazza dei Mestieri

Il progetto dietro al successo. I clienti consacrano Piazza dei Mestieri
Un progetto lungo più di 15 anni, nato in seno alla cooperativa “Immaginazione e lavoro”, che offre formazione, esperienza sul campo e innovazione della tradizione culinaria piemontese

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Tags: Piazza dei Mestieri,   Torino,   Riconoscimenti

Arriva in pieno agosto il premio Travelers’ Choice 2020 di Tripadvisor a consacrare “Ristorante Piazza dei Mestieri” come uno tra i migliori ristoranti al mondo, secondo le recensioni degli utenti. La dimostrazione di un progetto che funziona, il traguardo per un punto di riferimento della città di Torino. Ma parlare semplicemente di un ristorante sarebbe riduttivo.

Infatti, dietro a una cucina raffinata e al tempo stesso casereccia, che reinventa la tradizione piemontese, c’è un progetto nato nel 2004 per accompagnare i giovani nel mondo del lavoro o, meglio, portare il lavoro nella scuola. La corte della Piazza dei Mestieri ospita infatti una scuola di formazione professionale per 600 ragazzi, dai 14 ai 18 anni, che tra didattica, laboratori ed esperienza sul campo si avviano a diventare cuochi, camerieri, barman, panettieri, grafici. Uscire dall’aula e, a pochi passi di distanza, mettersi alla prova tra le tavole del birrificio, la cucina del ristorante e i computer della tipografia: è questo il senso del progetto nato in seno alla cooperativa Immaginazione e lavoro” aderente a Confcooperative Piemonte.

La sua Presidente, Cristiana Poggio, descrive Piazza dei Mestieri come un luogo di formazione che dialoga con la città di Torino: “Siamo orgogliosi di questo riconoscimento, che rappresenta un traguardo a livello internazionale e un riscontro importante per il lavoro che stiamo portando avanti. La Piazza è un luogo della città aperto a tutti, dalla vecchietta che passa dal bar al mattino per un caffè, all’imprenditore che sceglie di cenare in un ristorante Michelin. Abbiamo realizzato un progetto che, parzialmente finanziato con fondi pubblici, vuole essere al servizio della comunità stessa.”

A vincere quindi non è solo l’alta cucina, ma anche l’impegno sociale che trasforma il buono in bene con sapienza e creatività.

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