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Il percorso di economia circolare della Cooperativa Speranza

Il percorso di economia circolare della Cooperativa Speranza
Biogas, biometano liquido e CO2 sono la svolta green della cooperativa di Candiolo che dona calore al vicino IRCCS, come raccontato in un’intervista rilasciata a La Stampa

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Tags: Fedagripesca,   Cooperativa Speranza,   Candiolo,   Biogas

Nella lotta ai cambiamenti climatici, il biogas è indicato come una delle principali risorse che può ridurre l’inquinamento dell’aria e dell’effetto serra e garantire l’autonomia energetica. Il mondo cooperativo è da sempre in prima linea nella promozione e nell’incentivare attività ecosostenibili e attente all’ambiente, sapendo bene come l’industria del biogas, ad oggi, abbia un ruolo fondamentale nel processo che porta alla green e circular economy e verso la decarbonizzazione.

Chi ha deciso di puntare con successo al biogas è stata la Cooperativa Speranza di Candiolo, aderente a Confcooperative Piemonte, che ha voluto intraprendere un percorso di economia circolare producendo biogas e biometano liquido da scarti di coltivazione e dal letame.

Carlo Vanzetti, uno dei soci fondatori della Cooperativa Speranza, in un’intervista a La Stampa ha dichiarato: “La svolta c’è stata nel 2008 quando ci siamo affacciati al mondo delle energie rinnovabili. Siamo a meno di 15 km da Torino, producendo latte e carne di qualità e volevamo che i nostri scarti non dessero problemi a nessuno. Quindi abbiamo avviato il primo digestore da 1 megawatt che funziona con letame, liquami e sottoprodotti dell’azienda agricola tra cui una piccola parte di mais. Poi ci siamo resi conto che potevamo fare un altro digestore e nel 2010 abbiamo iniziato a collaborare con l’Istituto per la ricerca sul cancro: così è nato il progetto che ha consentito di riscaldare l’ospedale.

Il riferimento è all’IRCCS di Candiolo, a cui, infatti, il calore prodotto dalla lavorazione della cooperativa viene trasportato da una tubatura interrata di 1.7 chilometri per un totale di 9 milioni di kW termici, portando a un servizio che garantisce anche un risparmio di 200 mila euro per l’ospedale.

Vanzetti sottolinea inoltre il legame con le realtà del territorio: “Siamo fieri della rete di collaborazioni che è alla base dei risultati raggiunti: dal 2010 è nostro partner la Società Agricola Cooperativa CAPAC, un punto di riferimento per il comparto cerealicolo. Ci sentiamo parte integrante del nostro territorio e per noi è una cosa importantissima perché crediamo che qualunque attività possa funzionare e andare bene se è condivisa”.

Un servizio che quindi coinvolge e fa bene a tutti. Il 5% degli incassi del teleriscaldamento è infatti devoluto alla Casa di accoglienza La Madonnina, costruita per ospitare i parenti dei malati ricoverati all’ospedale. L’avanzo degli impianti è utilizzato dai pensionati della zona per il loro orto e per i campi della cooperativa.

Una produzione che riguarda il biometano liquido ma anche la CO2, che viene venduta a una azienda del territorio che si occupa di gas tecnici e a una ditta locale che imbottiglia acque minerali. Il processo di estrazione dell’anidride carbonica utilizzato dalla cooperativa permette di estrarre CO2 purissima senza inquinare.

Un percorso che parte da lontano ma che promette di essere ancora lungo e ricco di traguardi. “In sei anni abbiamo ammortizzato il nostro investimento e abbiamo iniziato a guardare al nostro futuro. Abbiamo il dovere di creare delle opportunità e per questo stiamo per attivare uno dei primi impianti in Italia di biometano liquido da matrici agrozootecniche”, conclude Vanzetti.

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